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SARS-CoV-2, Infinito errore: la storia segreta della pandemia (intervista)

Fabrizio Gatti

SARS-CoV-2, L’infinito errore: la storia segreta della pandemia (intervista)

Pubblicato il 21 Aprile 2021


Siamo ancora nella pandemia. Potremo trarre delle conclusioni precise quando ci sarà possibile abbracciarla con lo sguardo, considerando un arco di tempo compiuto: quando sarà finita. Anche oggi, tuttavia, ci sono ricostruzioni attendibili e lucide, che hanno il pregio di essere tempestive. Si evidenzia una catena di errori. L’infinito errore è il libro di Fabrizio Gatti: rivela la storia segreta del Coronavirus, una versione che le fonti ufficiali non ci hanno mai, ancora, raccontato. Lo abbiamo raggiunto e intervistato. Queste le sue parole.
“Arriva il Coronavirus e tutto cambia. E’ la fine di un’era, si determina un cambiamento epocale: un periodo si conclude. Il mio lavoro è informare, per questa ragione ho dedicato tempo alla ricerca. Un dato appare chiaro: non si tratta di un virus nuovo, di un’epidemia sconosciuta. Il Covid-19 ha un legame con la Sars, contro la quale nel 2003 il mondo ha risposto in maniera diversa. Anche in quel caso, si trattava di polmoniti atipiche. In tale ambito, spicca la figura di Carlo Urbani, il medico marchigiano che la identificò e la classificò, per poi morire per esserne stato colpito. La problematica è stata contenuta e risolta in pochi mesi, si trattava di ridurre i movimenti delle persone e chiudere i confini. Del resto, quando è comparso il Coronavirus, non siamo stati subito coscienti di quanto stava accadendo. L’Italia non è in testa nel proteggere i cittadini dalla pandemia: non lo era nemmeno quando il pericolo è arrivato dalla Cina. Ci aspetta un futuro impegnativo: i vaccini a disposizione devono essere via via adeguati alle varianti, alle quali rispondono meglio quelli a mRna, più adattabili. Sono più rapidi, nel rispondere ai nuovi focolai, che potrebbero essere dietro l’angolo. Dopo la vaccinazione, probabilmente saranno necessari non uno, ma una serie di richiami, sulla base delle varianti che verranno. Non bisogna dimenticare che è necessario prestare attenzione agli asintomatici, che non sanno di poter diffondere il virus. Non si può abbassare la guardia. Ciò non toglie che sia necessario essere ottimisti, resistere, risorgere. L’umanità ha vissuto molte pandemie, dobbiamo uscirne con il minor danno possibile. Per questo mi sono cimentato nelle ricerche che mi hanno portato a questo libro: la conoscenza del pericolo permette di avere maggiori possibilità di evitarlo. Oggi, si tratta di riaprire l’Italia. Si impone una simile decisione, perché molte persone si trovano sul lastrico. Ma non bisogna smettere di vivere con accortezza”.
Ci spieghi il suo modo di procedere: consulta archivi? Svolge viaggi? Intesse contatti? Come è arrivato a fare luce sulla vicenda relativa al Coronavirus?
“Quando a fine gennaio 2020 ho visto che il governo italiano privilegiava i rapporti economici e politici con la dittatura cinese, piuttosto che i doveri di profilassi internazionale per mantenere l’epidemia fuori dall’Italia, ho cominciato a raccogliere informazioni inedite, studi scientifici, rapporti governativi. Le premesse del disastro erano già evidenti. Da allora fino a poche settimane fa ho cercato, confrontato, verificato oltre diecimila documenti. Molti di questi sono riportati nel libro. Purtroppo no, non sono potuto andare in Cina: il regime comunista di Xi Jinping è così democratico e trasparente che perfino i primi medici che hanno dato l’allarme sulla nuova infezione hanno passato dei guai. Ho invece consultato decine di banche dati scientifiche. Ma anche le mie fonti in tutto il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per l’Italia. Il metodo di ricerca per i miei libri non è sempre lo stesso. Bilal l’ho scritto dopo quattro anni da infiltrato sul campo, lungo le rotte del Sahara che portano migliaia di migranti dall’Africa all’Europa. Educazione americana si basa soprattutto sulla testimonianza di un ex agente clandestino della Cia. L’infinito errore, attraverso testimonianze e prove, ricostruisce il viaggio del coronavirus Sars-CoV-2 dalle grotte cinesi alle nostre case. E, nel nostro piccolo, spiega il disastro italiano che ha trasformato l’epidemia in pandemia. Ogni capitolo è seguito da documenti inediti, spesso per me sconvolgenti, che dimostrano quanto ho scritto. E questa è la principale differenza dagli altri due libri”.
Esponiamo l’ipotesi più plausibile: come è accaduto che il Covid-19 sia uscito fuori controllo?
Dopo la prima epidemia di Sars-CoV-1, nel 2003, gli scienziati cinesi hanno passato anni a fare tamponi anali ai pipistrelli per estrarre e archiviare nuovi Coronavirus. Una volta scoperto che quel primo agente patogeno aveva parenti stretti proprio nei pipistrelli, non si sono più fermati, con la collaborazione di ricercatori australiani, americani e francesi.
Il possibile veicolo sono proprio i ricercatori, gli studenti, i tirocinanti, gli addetti alla disinfestazione del municipio di Wuhan mandati nelle grotte infestate di pipistrelli, e quindi di Coronavirus, a raccogliere campioni da analizzare, ma senza le adeguate protezioni. Dentro quelle stesse grotte cucinavano, mangiavano e dormivano a contatto con la polvere contaminata dagli escrementi. Oppure si sono infettati in laboratorio, sezionando e frullando le interiora dei pipistrelli catturati. Quanti si sono contagiati per primi probabilmente, grazie alla giovane età e alla buona salute, non se ne sono nemmeno accorti. Ovviamente, finché Pechino impedirà qualsiasi indagine sul posto, tutte queste rimarranno ipotesi. E un’indagine sul posto, dopo così tanto tempo dall’inizio della pandemia, non potrà che essere lacunosa“.
Ha avuto un ruolo la consegna del silenzio al livello del non democratico stato cinese?
“Il regime comunista cinese, a cominciare dal ministero della Sanità, sapeva da inizio gennaio 2020 che il progenitore del Sars-CoV-2 è lo stesso di altri due Coronavirus raccolti, isolati e indotti al salto di specie da alcuni laboratori dell’esercito cinese, impegnati in un importante programma di esperimenti militari. Tra di loro c’è infatti uno strettissimo legame di parentela che ne indica l’origine comune. Come sarebbe andata la storia del mondo se anche noi avessimo saputo tutto questo a inizio gennaio?
Ho anche scoperto che i due comitati internazionali che avrebbero dovuto controllare l’attività dell’Istituto di virologia di Wuhan erano finti. Ho scritto ai componenti e mi hanno risposto che non sapevano di farne parte. Li stavo informando io. Nel libro trovate le loro incredibili e-mail. Alcuni di loro erano stati l’ultima volta a Wuhan nel 2012 o nel 2013. L’istituto quindi, da sette-otto anni, si schermava dietro due comitati patacca. E uno di questi riguarda il centro diretto dalla professoressa Shi Zhengli, la scienziata a capo di tutte le principali ricerche sui Coronavirus. Qualche settimana dopo le mie domande, gli elenchi dei due comitati sono stati cancellati dal sito istituzionale“.
Gli infiltrati della Cia in Cina trasmettevano le informazioni nascondendole nei codici di fotografie in formato png. Ma i servizi segreti cinesi hanno scoperto e smantellato la rete di spionaggio americana a Wuhan, nelle stesse settimane in cui si stava diffondendo l’epidemia: questo significa che ciò ha rallentato la diffusione dei dati relativi al Covid-19? Mi spieghi meglio.
“Questa circostanza ha provocato confusione e ritardato l’allarme, che nel quartier generale della Cia diventa palese soltanto il 7 febbraio 2020, quando uno dei primi medici puniti per aver avvertito i colleghi, il dottor Li Wenliang, muore a Wuhan. Donald Trump alla presidenza e il suo patto segreto con Xi Jinping, che lo avrebbe dovuto favorire nelle successive elezioni americane, hanno completato il disastro.
I governi nazionali e milioni di persone avrebbero potuto comprendere in tempo la gravità dell’epidemia, se l’Organizzazione mondiale della sanità l’avesse chiamata Sars e non Covid-19: chiariamo una volta per tutte il legame tra Sars e Covid-19.
“La Sindrome respiratoria acuta grave e il Covid-19 sono praticamente la stessa malattia infettiva, provocata da due tipi di Coronavirus lontanamente imparentati tra di loro: il Sars-CoV-1 e il Sars-CoV-2. Entrambi i Coronavirus hanno invece parenti diretti nei pipistrelli, dai quali probabilmente provengono dopo un salto di specie. Se l’Organizzazione mondiale della sanità avesse chiamato Sars, o Sars-2, o Sars-19 la nuova epidemia, il mondo si sarebbe sicuramente ricordato della prima emergenza del 2003 e avrebbe agito di conseguenza. La mancanza di informazioni sanitarie affidabili contribuisce a causare decine di migliaia di morti ogni giorno. Sapete chi lo dichiara? La stessa Oms, attraverso il programma ‘Informazione sanitaria per tutti’. Attraverso gli infiniti errori rivelo ai miei lettori gli infiniti, osceni interessi che hanno accompagnato questa catastrofe mondiale”.
L’autore del libro lavora dal 2004 come inviato per il settimanale “L’Espresso”. Ha scritto anche per “il Giornale” diretto da Indro Montanelli e per il “Corriere della Sera”. Il testo, pubblicato il 15 aprile di quest’anno da La nave di Teseo, fa parte della collana Oceani e conta 656 pagine.

SARS-CoV-2, L'infinito errore: la storia segreta della pandemia (intervista)
L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare