Fisico da corazziere, capelli corti, barba folta e voce stentorea: nonostante i tratti tipicamente maschili Avi Silverberg, allenatore canadese, ha potuto partecipare tranquillamente ad una competizione di powerlifting femminile.
Il risultato? Fin troppo scontato: non solo ha vinto la competizione, ma ha stracciato il precedente record. Come è stato possibile tutto ciò? Molto semplice: gli è bastato dichiarare di sentirsi donna per essere ammesso alla competizione.
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Il gesto di Silverberg è chiaramente provocatorio e si tratta di una protesta contro la politica di autoidentificazione della Canadian Powerlifting Union, secondo la quale qualunque individuo che si sente o che si identifichi come una donna può partecipare alle competizioni di powerlifting femminile.
Secondo quanto previsto dal regolamento della CPU non sono richiesti metodi di transizione o terapie ormonali per dimostrare di essere effettivamente una donna, basta semplice dichiararlo.
E così quando Avi Silverberg si è presentato alla competizione affermando di sentirsi donna, nessuno gli ha potuto impedire di partecipare.
Il video, dove Silverberg si mostra con un abbigliamento tipicamente maschile mentre svolge il suo esercizio, ha fatto il giro del web e ha indignato le atlete trans e attiviste che si battono per l’accesso delle donne ad una competizione leale improntata al rispetto e alla dignità.
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Per la precisione l’allenatore di powerlifting ha sollevato su panca quasi 160 kg, sbriciolando il precedente record femminile dell’Alberta appartenente ad Anne Andres, sollevatrice di pesi trans che ha duramente apostrofato Silverberg definendolo un “codardo” e un “intollerante”.
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