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Nel Quartiere di Casertavecchia, una panchina e un albero che hanno qualcosa da dire

Pubblicato il 3 Dicembre, 2021

Una panchina rossa e un albero di Natale stilizzato, simboli che parlano al cuore di chi ha voglia di ascoltare.

I simboli, oggi, in questa nostra società in cui la comunicazione si fa sempre più rapida e fugace e “stare sul pezzo” significa poter dire “già lo sapevo”, diventano l’occasione per dare un messaggio, nuovo, necessario e forte. E soprattutto, senza la fretta dei tempi moderni. Perchè la velocità, ci fa perdere di vista l’essenziale, il confronto e soprattutto i rapporti umani.

Simboli forti

Ed ecco che anche nel Quartiere di Casertavecchia, con il suo Borgo, quello di Casertavecchia, e con i suoi 3 paesi limitrofi (a tanti, purtroppo, ancora ignoti), Casola, Pozzovetere e Sommana, che insieme costituiscono un “unicum” fatto di persone, sensazioni, attività commerciali, luoghi di aggregazione e di cultura (sto pensando alle scuole ma non solo) diventa un punto di riferimento per lanciare due messaggi chiari e forti.

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Il primo, è il simbolo divenuto, ormai da tempo segno della lotta alla violenza sulle donne. Una panchina rossa, con accanto un paio di scarpe, anch’esse rosse. Un’immagine eloquente che ha fatto la sua comparsa, all’esterno della Biblioteca Tifatina di Casola (CE).

Un simbolo voluto dagli stessi ragazzini che frequentano ormai da tempo quel luogo “sentendolo parte della loro crescita e vivendolo come casa”, accompagnati dalla responsabile della Biblioteca Tifatina che accogliendo quanti si sono presentati. alcune sere fa, a condividere il messaggio raccontato da quel segno ha detto che “non bisogna tacere, le donne devono sentirsi sicure di poter parlare e denunciare” e, poi, devono essere tutelate, da quello Stato che tanto può e che deve tendere la mano alle donne che subiscono violenze, da chi dicendo di “amarle”. con gesti e parole le “uccide”.

L’albero di Natale

Il secondo simbolo è rappresentato da un albero di Natale stilizzato di colore blu, collocato a Casertavecchia, in piazza Vescovado, davanti al Duomo dedicato a San Michele Arcangelo. Simblo di rinascita.

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L’albero allestito dai soci di Confcommercio Caserta. Una iniziativa, nata in sinergia con il Comune e con la Pro loco Casertantica, per illuminare il borgo medioevale e renderlo ancora più attrattivo agli occhi dei turisti e dei visitatori che sceglieranno questo luogo magico, ricco di storia, arte, cultura e fede per trascorrere le loro festività.

Ma altresì un segnale di attenzione a chi vive e lavora nelle frazioni per testimoniare la presenza dell’associazione di categoria anche nelle aree periferiche.

“L’albero allestito davanti alla Cattedrale di Casertavecchia con la tradizionale stella in cima e le sue luci calde – spiega il presidente provinciale di Confcommercio Caserta, Lucio Sindaco – rappresenta quest’anno anche un segnale di speranza e ripartenza, simbolo di accoglienza e soprattutto stimolo per chi desidera far crescere il proprio territorio in termini di sviluppo e ricettività”.

“L’amministrazione comunale – ha aggiunto il vice sindaco e assessore alle attività produttive, Emiliano Casale – ha accolto con entusiasmo e condiviso la proposta di Confcommercio di realizzare un albero di Natale in piazza Vescovado a Casertavecchia così come l’iniziativa di installare le luminarie in alcune strade del centro storico del capoluogo. Un grande supporto per l’Ente e un primo passo sulla strada della collaborazione che auspichiamo possa consentire in futuro al Comune di illuminare e addobbare anche gli altri siti di prestigio storico-culturale come il Belvedere di San Leucio e tutte le altre frazioni”.

“E’ questo il primo regalo alla nostra comunità tifatina, – spiega l’assessore Domenico Maietta – nella piazza Vescovado di Casertavecchia – che arricchisce una atmosfera fabiesca grazie ad una cornice architettonica di incommensurabile bellezza e fascino. Cogliamo l’occasione per esternare la nostra gratitudine di comunità collinare alla Confcommercio di Caserta che ha finanziato l’allestimento natalizio, il suo presidente”.

A questo dono e ai due simboli che rendono questo periodo ancora più intenso si aggiunge “la speranza di liberarci da angosce e preoccupazioni e ritornare quanto prima a condizioni di normalità e salute per l’intera umanità”.

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