Taranto: Calciatori aggrediti, scatta il processo per 9 tifosi

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Si è chiusa con una assoluzione e nove rinvii a giudizio l’udienza preliminare per dieci tifosi del Taranto Calcio accusati di aver fatto parte del commando che il 22 marzo 2017 era arrivato allo stadio Iacovone durante l’allenamento della squadra e, dopo aver esploso tre petardi, aveva minacciato e aggredito fisicamente alcuni calciatori e dirigenti della compagine ionica. È stato il giudice Rita Romano a emettere sentenza di assoluzione nei confronti dell’unico imputato che aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Nei suoi confronti la procura aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione, ma il giudice ha accolto la tesi dell’avvocato difensore Francesco Nevoli e scagionato il tifoso da tutte le accuse.

Sarà invece un processo a fare luce sulle eventuali responsabilità penali per gli altri 9 imputati, difesi tra gli altri dagli avvocati Nicola Cervellera, Roberta Chyurlia e Salvatore Maggio. Le accuse contestate a vario titolo sono di percosse, lesioni aggravate, violenza privata, fabbricazione o commercio di materiale esplodente, esplosioni pericolose, porto d’armi e di oggetti atti ad offendere, lancio di materiale pericoloso e scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive

Tra i fatti inquadrati dagli investigatori c’è l’aggressione ai calciatori Mariano Stendardo ed Errico Altobello che militavano nel «Taranto Calcio F.C. 1927» nella stagione sportiva 2016/2017. I due atleti furono colpiti con pugni e schiaffi: azioni che hanno fatto scattare l’accusa di lesioni. Entrambi i calciatori furono successivamente visitati dai medici che stabilirono una prognosi di 10 giorni a causa di un «valido trauma contusivo spalla sinistra» per Altobello mentre per Stendardo si trattava di un «trauma contusivo al labbro superiore» e una contusione nella parte posteriore della testa. I due, però, non furono secondo l’accusa gli unici bersagli della spedizione: leggendo le carte dell’inchiesta emerge che furono aggrediti anche l’allora allenatore della Taranto, Salvatore Ciullo, il calciatore Michele Emmausso e il segretario della società Daniele Guardascione. Alla base dell’azione organizzata da alcuni esponenti della tifoseria ci sarebbero stati, secondo l’accusa, una serie di risultati deludenti della squadra che militava in quell’anno in Lega Pro. L’azione messa a segno costrinse calciatori, staff tecnico e dirigenza a interrompere l’allenamento e ad allontanarsi dal campo di gioco: i membri della società sportiva fuggirono riuscendo a trovare rifugio negli spogliatoi dell’impianto sportivo.

Le indagini avrebbero accertato che il gruppo si sarebbe introdotto nello Iacovone «dopo avere aperto dall’esterno – si legge nei capi di imputazione – il cancello di recinzione mediante il sollevamento dei battenti e dei fermi» riuscendo così a superare la recinzione dello stadio dove erano in corso gli allenamenti. Una volta dentro sarebbe state fatte esplodere tre e bombe carta e poi i tifosi avrebbero raggiunto il terreno di gioco aggredendo i malcapitati. Nelle indagini sono espressamente citate gli strumenti utilizzati dal gruppo: dopo essersi introdotti «con modalità violente» all’interno dello stadio Iacovone, avrebbero minacciato i presenti «brandendo coltelli, spranghe e bastoni». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

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Dante Sebastio

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