«La TAV non è un tema che riguarda solo Torino e il Piemonte, ma una questione di rilevanza nazionale ed europea. Le notizie relative ai nuovi scontri sul cantiere di San Didero che hanno trovato eco oltre la cronaca locale dimostrano quanto sia importante non abbassare la guardia, perché quanto sta succedendo è inaccettabile». Così si sono espressi i Presidenti di Confindustria Piemonte Marco Gay e dell’Unione Industriale di Torino Giorgio Marsiaj.
Ma la situazione in Val di Susa è tutt’altro che tranquilla. Solo nella giornata di sabato 17, il movimento No TAV ha dimostrato di esserci e anche in forze, portando a sfilare da San Didero a San Giorio di Susa circa 4.000 persone. E se questo di per sé è stato un momento di protesta pacifica, non lo sono stati altrettanto quelli successivi, con un lancio di petardi e pietre (secondo la polizia), a cui le Forze dell’Ordine hanno risposto sparando lacrimogeni, secondo il movimento “ad altezza uomo”. Al di là delle accuse lanciate dalle due parti, quello che è certo è che una donna avrebbe anche potuto perdere la vita.
Proprio in riferimento a questi fatti di cronaca, Gay e Marsiaj tornano a condannare ogni forma di protesta violenta, ribadendo la rilevanza dell’opera. «Anche se ora il Paese è impegnato a superare la pandemia -hanno dichiarato-, è fondamentale mantenere alta l’attenzione delle istituzioni su un’opera che, dopo anni di crisi, ha un ruolo chiave nella ripresa e nel processo di sviluppo, grazie alle sue ricadute economiche e occupazionali».
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