Una impressionante tempesta di sabbia ha colpito nelle ultime ore l’Iraq. E non è un caso eccezionale. E’ la terza volta in due settimane.
Un fenomeno che sta condizionando seriamente la quotidianità degli abitanti, spingendo le autorità a chiudere temporaneamente gli aeroporti internazionali di Baghdad e Najaf, in un paese semi-desertico alle prese con una crescente instabilità climatica.
Secondo l’agenzia di notizie governativa Nina, la tempesta è destinata a persistere almeno fino a domani.
Già la scorsa settimana si erano registrati ricoveri in ospedale dovuti a problemi di respirazione.
Secondo le statistiche della Banca mondiale citate oggi dai media internazionali e regionali, l’Iraq è uno dei cinque paesi al mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici e alla desertificazione.
A novembre, la Banca Mondiale ha stimato che l’Iraq potrebbe subire un calo del 20% delle sue risorse idriche entro il 2050.
Secondo il ministero dell’ambiente iracheno, citato dall’agenzia Nina, la frequenza delle tempeste di sabbia aumenterà nei prossimi anni a causa, tra l’altro, della desertificazione e della mancanza di cinture verdi attorno ai principali centri urbani.
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