Cibo scotto, freddo o addirittura con insetti e larve all’interno: è l’accusa dei genitori dei bambini che frequentano la scuola elementare King Mila, in Via Anastasio Germonio a Torino. Accuse che hanno ora preso la forma di una diffida, a firma di una ventina di mamme e di papà, indirizzata all’istituto e all’azienda EuTourist di Orbassano, che fornisce i pasti ai piccoli alunni.
La questione è grave. Non si tratta dell’ormai già reiterata battaglia per il panino da casa: qui, nell’oggetto della contesa, c’è la salute dei bambini. Per questo è la problematica è stata affidata a un avvocato, Maria Cristina Mentigazzi, che ha avuto mandato di trasmettere gli incartamenti alla King Mila e all’erogatrice dei servizi mensa, la EuTourist di Orbassano.
Nel documento presentato, è stato inserito un elenco lungo e completo delle problematiche riscontrate dai genitori firmatari e che si riferiscono soprattutto alla qualità e alle condizioni igieniche del cibo fornito. In particolare, si parla di cibo mal cotto, consegnato freddo, ammuffito (frutta e formaggio) e persino con capelli o insetti. In particolare, si fa riferimento ad una cimice rinvenuta in un piatto di spinaci e delle larve nel riso servito ai bambini.
Proprio per la gravità delle segnalazioni, nel documento viene inserita una diffida nei confronti dell’azienda a persiste nell’operare in tal modo, riservando la possibilità agli accusanti di procedere per via legale in caso di mancato miglioramento. Scuola e azienda per ora non commentano.
I genitori tornano però alla carica con una vecchia “soluzione”. In una lettera mandata successivamente si richiede, data la scarsa qualità di nuovamente di tornare al pranzo portato da casa.
Data l’importanza della questione, il Servizio Mensa del Comune di Torino si è già attivato, effettuando sopralluoghi a campione nella mensa della King Mila. Risultato? Non è stata riscontrata alcuna anomalia.
Sorge quindi un dubbio sulla fondatezza delle accusa, che potrebbero essere un’arma per far leva sulla vecchia questione del panino da casa. Un capitolo che sembrava ormai chiuso dalla sentenza della Cassazione, che chiariva come le scuole non fossero tenute a garantire la possibilità di portare il pranzo da casa, ma che ora torna alla carica con nuovo slancio e con incartamenti accusatori a supporto.
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