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Trump: doppio decreto per vietare le transazioni con le società proprietarie di Tik Tok e WeChat

Dopo giorni di minacce sia da parte del presidente Trump che del Segretario di Stato Mike Pompeo arriva il divieto per le società americane di intrattenere relazioni economiche con i soggetti proprietari della app di messaggistica WeChat e della piattaforma social Tik Tok.

Pubblicato il 7 Agosto 2020

Dopo giorni di minacce sia da parte del presidente Trump che del Segretario di Stato Mike Pompeo arriva il divieto per le società americane di intrattenere relazioni economiche con i soggetti proprietari della app di messaggistica WeChat e della piattaforma social Tik Tok.


Annunciati ieri in nottata i nuovi ordini esecutivi di Donald Trump, che fanno riferimento al Emergency Economic Powers Act e il National Emergencies Act, si scagliano contro le due società cinesi, ByteDance Ltd e Tencent Holdings Ltd, che possiedono rispettivamente la piattaforma social Tik Tok e l’app di messaggistica WeChat.
L’amministrazione americana motiva questa decisione citando possibili rischi per la sicurezza nonché il sospetto che attraverso queste compagnie possa avvenire la cessione di informazioni personali, appartenenti agli utenti americani, alle autorità cinesi. Secondo Trump infatti queste attività cinesi “minacciano la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia degli Stati Uniti”.
Il governo di Pechino però la vede in modo diverso e parla di “manipolazione politica”. Il ministero degli Esteri cinese attraverso il suo portavoce Wang Wenbin ha commentato: “Questo è un vero e proprio atto egemonico. La Cina è fermamente contraria ad esso” e invita la Casa Bianca a “correggere il suo illecito”.

Secondo questi due decreti gemelli, di cui uno dedicato a ByteDance Ltd e l’altro alla Tencent, fra 45 giorni negli Stati Unti scatterà il divieto di trattare economicamente con queste società il che significa che fra poco sia Tik Tok che WeChat potrebbero non essere più distribuite sul territorio americano.
Questa mossa della Casa Bianca arriva dopo una serie di avvertimenti fra cui quello dello stesso presidente Trump che giorni fa aveva dichiarato apertamente di voler chiudere Tik Tok. In quell’occasione il presidente americano aveva citato la possibile acquisizione della piattaforma social cinese da parte del colosso americano Microsoft Corp e aveva fissato il 15 settembre come scadenza per il raggiungimento di un accordo fra le parti.
Il caso di Tik Tok e WeChat non è comunque il primo nel suo genere, infatti già lo scorso anno una società cinese fu forzata a vendere una sua app per presunti problemi di sicurezza. In quel caso si trattava di Grindr, una nota applicazione dedicata agli appuntamenti.


Tik Tok, nonostante le avvisaglie, si dice shockata per quanto accaduto e, nell’assicurare per l’ennesima volta che i dati dei suoi 175 milioni di utenti americani non vengono archiviati in Cina e che la società non applica censure su richiesta del governo cinese, afferma di aver passato un anno cercando “soluzione costruttiva” che incontrasse il favore di Washington ma l’amministrazione americana “non ha prestato attenzione ai fatti” e ha tentato di inserirsi in modo improprio nelle trattative economiche in corso. “Siamo scioccati dal recente Ordine Esecutivo, che è stato emesso senza alcun giusto processo” ha dichiarato la società, aggiungendo poi che “perseguirà tutte le soluzioni a sua disposizione al fine di garantire che lo stato di diritto non venga abbandonato”.

Tencent, proprietaria di WeChat, non ha commentato nel merito il decreto che Donald Trump le ha dedicato e si è limitata a dire “Stiamo rivedendo l’ordine esecutivo per ottenerne una piena comprensione”.
Questa misura punitiva nei suoi confronti, al di là delle ragioni che la sostengono, costituisce un importante elemento di frattura nel mondo di Internet a livello globale e uno stop nei rapporti fra le industrie tecnologiche cinesi e quelle americane.
Questa seconda società è un player tecnologico molto importante nel panorama mondiale e in Cina è seconda per importanza dopo Alibaba Group. A differenza di Tik Tok, che è presente in Cina con un’altra app chiamata Douyin, WeChat esiste sia sul mercato americano che quello cinese (dove si chiama Weixin) e ha più di un miliardo di utenti. Essa fra le sue funzionalità non ha solo quella di tenere in contatto le persone da un capo all’altro del mondo ma offre anche la possibilità di svolgere altri servizi, anche di carattere finanziario.
e il gruppo di cui fa parte ha rapporti con società americane di una certa importanza, come Tesla Inc di cui Tencent nel 2017 ha acquisito il 5% per la modica cifra di 1.78 miliardi di dollari. Tencent risulta inoltre proprietaria di Riot Games, la società di Los Angeles che ha sviluppato il gioco “League of Legends” e ha partecipazioni finanziare anche in altre ditte del settore gaming, come Epic Games che è l’editore di “Fortnite”.


La tensione fra Washington e Pechino in ambito tecnologico è tesa da tempo. I cinesi si erano dimostrati ambiziosi e avano avanzato piani di acquisizioni di diverse società tecnologiche americane, ma l’amministrazione di Trump in alcuni casi era entrata in gioco durante le trattative bloccando le compravendite. La Casa Bianca aveva bloccato inoltre l’accesso da parte di Huawei Technologies Ltd, primo produttore mondiale di smartphone, alle tecnologie americane. Oltre a questo l’amministrazione americana aveva accusato gli hacker sostenuti dalla Cina di aver violato dei database federali ed aver fatto breccia nell’agenzia di credito Equifax.
Gli americani lamentano inoltre il controllo del Partito Comunista cinese sulle aziende operanti in Cina e denunciano le limitazioni imposte dal governo cinese ad aziende americane come Google, Facebook, Twitter e altri player tecnologici che si vedono escluso l’accesso al mercato cinese.

Quello che è accaduto ora sia a Tik Tok che a WeChat fa parte di un disegno più ampio illustrato mercoledì scorso dal Segretario Di Stato Mike Pompeo. “Clean Network” è un nome del programma che avrebbe come fine quello di impedire a società di telecomunicazioni e app cinesi di poter avere accesso o tenere in archivio informazioni sensibili legate sia ai cittadini che alle imprese statunitensi.

Fonte: Reuters 07/08/2020, Associated Press 07/08/2020