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Ucraina

Ucraina, arrestato il metropolita di Kiev filorusso: “Ha giustificato l’aggressione” (VIDEO)

Pubblicato il 1 Aprile, 2023

“Sono stato messo agli arresti domiciliari”.

Così il metropolita Pavel del monastero delle Grotte di Kiev Pechersk Lavra.

Così come ha dichiarato lui stesso in un video diffuso dalla testata Vesti, è stato arrestato dalle autorità ucraine. Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) aveva annunciato in precedenza che il metropolita Pavel era sospettato di incitare alla discordia e di lavorare per la Russia.

Il servizio stampa della Chiesa ortodossa ucraina fedele a Mosca aveva affermato in precedenza che il metropolita è stato convocato per un interrogatorio.

“Il metropolita Pavel della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, ha offeso i sentimenti religiosi degli ucraini e ha giustificato l’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina”, scrive la procura generale di Kiev su Telegram, citata da Unian.

“Secondo le indagini, il religioso nei suoi discorsi ha ripetutamente insultato i sentimenti religiosi degli ucraini, sminuito le opinioni dei credenti di altre fedi e ha cercato di creare atteggiamenti ostili nei loro confronti”, afferma l’accusa.

Pavel ha dichiarato in aula di essere “contro l’aggressione”, pur senza menzionare la Russia.

Lo riporta l’Ukrainska Pravda. Pavel, respingendo le accuse dei servizi ucraini, ha dichiarato di essere contro l’aggressione: “Non ho fatto nulla per essere accusato. Questo è un caso politico. Non sono mai stato dalla parte dell’aggressione. Sono contro l’aggressione. E ora mi trovo in Ucraina. Questa è la mia terra”.

Intanto la polizia ha circondato il monastero delle Grotte di Kiev.

“È molto significativo che nel giorno di festa di uno Stato del terrore, l’Iran, un altro Stato del terrore, la Russia, cominci a presiedere il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Non è solo una vergogna. È un altro colpo simbolico al sistema di regole delle relazioni internazionali”, scrive su Twitter il chief of staff della presidenza ucraina, Andrij Yermak.

Le truppe russe hanno bombardato oggi il villaggio di Dvurechnaya, nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, dove un civile è rimasto ucciso, ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Sinegubov, citato dai media ucraini. «Il nemico continua a bombardare gli insediamenti della regione. Oggi un civile di 43 anni è morto in seguito agli attacchi degli invasori nel villaggio di Dvurechnaya», ha scritto Sinegubov su Telegram. Nelle ultime 24 ore l’esercito del Cremlino ha bombardato un centinaio di insediamenti in nove regioni dell’Ucraina provocando la morte di 7 persone e il ferimento di altre 12.

La Russia ha perso circa 173.990 soldati in Ucraina dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio dello scorso anno. Lo ha riferito lo Stato Maggiore ucraino, citato dal Kiev Independent. “Questo numero include 630 vittime che le forze russe hanno subito nell’ultimo giorno”, si legge. Secondo quanto spiegato, inoltre, le forze di Mosca hanno perso 3.616 carri armati, 6.981 veicoli corazzati da combattimento, 5.528 veicoli e serbatoi di carburante, 2.683 sistemi di artiglieria, 527 sistemi di razzi a lancio multiplo, 279 sistemi di difesa aerea, 306 aeroplani, 291 elicotteri, 2.248 droni e 18 imbarcazioni.

Un bambino di 5 mesi e sua nonna sono tra le cinque vittime degli attacchi delle forze russe su otto regioni ucraine. Lo ha riferito il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, come riporta il Kiev Independent, aggiungendo che i genitori del neonato sono rimasti feriti nell’attaco avvenuto a Avidiivka. Nella regione di Kherson, tre persone sono state uccise e due ferite, secondo quanto riferito dall’amministrazione militare regionale. Due delle persone rimaste uccise erano ingegneri energetici, di 45 e 50 anni, colpiti da una mina lasciata dalle truppe russe, mentre lavoravano al ripristino delle reti elettriche nel villaggio liberato di Posad-Pokrovske.

Sono 467 i bambini ucraini rimasti uccisi e 944 feriti dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022. Lo ha dichiarato l’ufficio del Procuratore generale ucraino citato da Ukrinform. Nella maggior parte dei casi, si tratta di minorenni che vivevano nella regione di Donetsk.

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