La donna, un’artista ucraina, tre giorni fa ha condiviso una foto della figlia che è diventata testimonianza e racconto crudo dell’incubo vissuto dal popolo aggredito dall’esercito di Putin. La madre ha scritto con un pennarello sulla schiena di Vera, la sua piccolina, un nome e un numero di telefono al quale rivolgersi qualora non potesse più accudirla perché rimasta vittima durante i bombardamenti. Il padre è al fronte.
“Nella foto, Vera nel primo giorno della guerra – scrive rivolgendosi a chi la conosce e agli ucraini che leggeranno – Ho scritto con le mani che mi tremavano moltissimo. Ma perché spiegartelo? Sai già com’è svegliarsi con i suoni assordanti e potenti delle esplosioni che si sentono per decine di chilometri. Tremavo per le prime ore come te. Ha scritto su Vera nel caso ci fosse successo qualcosa e qualcuno l’avesse trovata sopravvissuta. Poi anche un pensiero folle mi è balenato nella mente: perché non l’ho tatuata con queste informazioni? E ancora non riesco a convincermi a mettere via questo foglio strapazzato, che vedete nella seconda foto, dalla tasca della mia tuta. Anche se per ora dove ci troviamo è sicuro”.
Nel profilo di Aleksandra si vedono quelle foto che raccontano “la vita così meravigliosa che abbiamo avuto” prima dell’inizio della guerra. Lei, il marito e la loro bambina in Italia, a Roma, dove sono stati, raggianti, in vacanza circa quattro mesi fa. Un tempo che sembra lontano, lontanissimo, così come un bellissimo sogno strappato via.
Numerosi i messaggi di solidarietà, incoraggiamento. Tre ore fa Aleksandra, dopo tre giorni di assenza, da quando ha pubblicato il drammatico post, è tornata a farsi sentire: “Buon pomeriggio a tutti. Durante ho ricevuto decine di messaggi, con domande su come stiamo e offerte di assistenza. Sono molto commossa. E riesco a capire come nel nostro mondo allo stesso tempo possa esserci questo male continuo che ha invaso le nostre città e questo bene sconfinato”.
“Voglio informarvi che Vera e io siamo assolutamente al sicuro – racconta – Siamo andati all’estero e siamo nel sud della Francia. Siamo stati accolti da volontari, ci hanno fornito un alloggio e siamo stati completamente assistiti. Vera indossa un vestito che era fra le cose che i genitori francesi hanno preparato con cura per i bambini ucraini. Voglio ringraziare i volontari della Francia. E anche a tutte le persone che ci hanno aiutato a evacuare e ci hanno sostenuto. E sono particolarmente grata alla Polonia. Quel che questo Paese ha fatto per gli ucraini è inestimabile. Senza il loro aiuto non saremmo sopravvissuti“.
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