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Whirlpool, anche San Gennaro al Mise con gli operai: “Governo e azienda si assumano le loro responsabilità”

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

Roma – “Il Santo non vuole” si legge su un cartellone che apre il corteo dei circa 200 operai napoletani arrivati oggi nella capitale, dietro di loro una statua raffigurante San Gennaro: “C’è rimasto solo lui” tuonano amareggiati.

Intorno alle 16 di questo pomeriggio, in concomitanza con quello che potrebbe essere l’ultimo tavolo ministeriale della lunghissima vertenza Whirlpool di Napoli – che va avanti da quasi 900 giorni – una delegazione tra operai e rappresentanti sociali della fabbrica si è recata in presidio all’esterno del ministero dello Sviluppo Economico.

Mentre nelle sedi del potere romano si discute il progetto di reindustrializzazione dello stabilimento di via Argine, all’esterno prosegue la protesta dei lavoratori. Se oggi non ci saranno novità, difatti, già da domani partiranno le lettere di licenziamento verso i circa 340 lavoratori nostrani.

È l’ennesimo esempio – spiega Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – di una multinazionale che seppur guadagnando impunemente licenzia le persone e chiude stabilimenti nonostante accordi e aiuti di Stato. Come fanno molte altre (multinazionali ndr), ma i lavoratori della Whirlpool hanno iniziato la loro lotta più di due anni fa, hanno resistito, ed hanno tenuto aperto lo stabilimento”.

Oggi – prosegue la segretaria di Fiom-Cgil – la politica annuncia loro che c’è una nuova soluzione ma noi ancora non l’abbiamo vista, vediamo solo Whirlpool che ancora oggi annuncerà che i licenziamenti li porta avanti, non scenderemo da questo palazzo fin quando questa musica non sarà cambiata, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, se il governo italiano dice che la soluzione c’è noi dobbiamo uscire da questo palazzo ed offrila ai lavoratori”.

Nonostante l’incontro sia iniziato alle 15 e 30 al momento non ci sono, tuttavia, nuovi aggiornamenti. “Sono passate più di 2 ore -chiariscono gli stessi lavoratori dall’esterno del Mise – e ancora il tavolo vero e proprio non c’è stato. Sappiamo che l’azienda ed il governo hanno parlato mentre aspettavamo ed ora sta toccando alle segreterie nazionali”.

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