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103 beni confiscati alla criminalità organizzata in provincia di Ragusa. Confcooperative lancia un appello ai sindaci:”Trasformiamoli in scuole, centri anti-violenza, case rifugio, residenze sociali e altro”

Pubblicato il 10 Dicembre, 2021

L’occasione è unica. Perché sarà possibile trasformare beni immobili un tempo di proprietà della criminalità organizzata in scuole, centri anti-violenza, case rifugio, residenze sociali, giardini o sedi per istituzioni e forze dell’ordine. Anche in provincia di Ragusa, dove il numero dei beni confiscati, secondo gli ultimi elenchi disponibili, ammonta a 103, i Comuni possono svolgere un ruolo attivo e propositivo in questo contesto. E’ proprio ai sindaci che si rivolge la Confcooperative dell’area iblea facendo riferimento al bando pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia per la coesione territoriale. “Sollecitiamo i Comuni interessati – afferma il presidente di Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino – a presentare proposte e progetti concreti e fattivi al fine di intercettare finanziamenti per intervenire e riqualificare i beni confiscati già destinati al patrimonio. Ma non solo. Siamo disponibili, oltre che a consulenze specifiche, anche ad avviare percorsi di co-progettazione che possono avere risultati molto più proficui”.

L’occasione arriva dal Pnrr – Missione 5 – Inclusione e coesione – Componente 3 – Interventi speciali per la coesione territoriale – Investimento 2 – Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea Next Generation Eu. “Una occasione – continua Gulino – semplicemente irripetibile e che può rappresentare la chiave di volta nell’atavico problema della riqualificazione dei beni confiscati che spesso, una volta tolti dalle mani della criminalità organizzata, vengono lasciati all’abbandono. Ciascun progetto può ottenere fino a un massimo di 2,5 milioni di euro di finanziamento e sono finanziabili tutte le spese collegate alla realizzazione dell’opera, anche sostenute da azioni intraprese a partire dall’1 febbraio 2020, nel caso di lavori già avviati”.

È previsto un anticipo pari al 15% del finanziamento complessivo, seguito da pagamenti intermedi — a seguito delle fatture emesse — pari ciascuno ad almeno il 10% del totale. Dopo il certificato di ultimazione dei lavori, sarà erogato il saldo del 10%. In particolare, tale avviso ha lo scopo di individuare, mediante procedura valutativa selettiva con graduatoria, proposte progettuali finalizzate al recupero, ri-funzionalizzazione e valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso opere di demolizione e ricostruzione, di ristrutturazione e/o adeguamento per le finalità prescritte nel decreto di destinazione, ex art. 47, comma 2, del D.Lgs. n. 159/2011, per la restituzione alla collettività e reinserimento di tali beni nel circuito legale dei territori di appartenenza.

“La destinazione finale delle opere, da realizzarsi su beni confiscati già destinati ed iscritti nel patrimonio indisponibile dell’ente assegnatario alla data di presentazione della domanda – chiarisce ancora Gulino – potrà essere di natura istituzionale, sociale o economica, con il vincolo di riutilizzare i proventi a scopi sociali e per reinserire quanto prodotto nel circuito della legalità. Nell’ambito delle possibili destinazioni d’uso, ai fini della graduatoria finale saranno premiati con un punteggio aggiuntivo i progetti destinati a creare all’interno del bene confiscato centri antiviolenza per donne e bambini o case rifugio, oppure ancora asili nido o micro-nidi”. La domanda deve essere presentata entro le ore 12.00 del 24 gennaio 2022 attraverso l’apposito sito internet, all’indirizzo https://bandi.agenziacoesione.gov.it/login, messo a disposizione dall’Agenzia per la coesione territoriale.

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