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Avellino, riapre la stazione ferroviaria. Inlocomotivi: “Non sprechiamo questa occasione”

Pubblicato il 10 Giugno, 2020

Avellino – Domenica 14 giugno 2020 riaprirà la stazione ferroviaria di Avellino, chiusa a causa del lockdown. In occasione della ripresa delle corse l’associazione culturale Inlocomotivi ha presentato alcune riflessioni relative alle potenzialità legate alla stazione irpina e, in generale, al traffico passeggeri e merci in Campania e nel mezzogiorno. “La mobilità e le connessioni in generale sono certamente uno dei temi caldi di questa estate che inizia dopo tre mesi di isolamento delle persone e di sospensione delle attività, perché coinvolge la vita di tutti e tutti i livelli della nostra vita, quello lavorativo, quello scolastico, quello pubblico, e quello più strettamente personale, familiare, magari quello ludico e del tempo libero. Le connessioni sono dunque un tema fortemente sociale. La mancanza delle connessioni aumenta il divario sociale, l’isolamento forzato ci ha mostrato in maniera inequivocabile l’esistenza di tale divario e spesso lo ha aumentato. Fatta questa doverosa premessa, scendiamo ad una scala più locale evidenziando la chiusura della Stazione Ferroviaria dal marzo di quest’anno. È possibile che nessuno si sia accorto della chiusura della stazione, né si accorgerà della riapertura. Prima della chiusura le corse erano ridotte a due mattutine e due pomeridiane verso Benevento e una mattutina e una pomeridiana verso Salerno. Dal prossimo 14 giugno, riprenderanno i viaggi e nuovamente avremo a disposizione le quattro corse verso Benevento e le due verso Salerno con orari pianificati per essere utili a nessuno. Avere un paio di corse su Benevento e una su Salerno assolutamente scollegate dai bisogni di chi dovrebbe usufruirne ci pare, oltre che inutile, un dispendio di risorse che preferiremmo anche noi vedere utilizzate altrove. In pratica la nostra città è l’unica della Campania a non avere dignità ferroviaria basti pensare che viene effettuato un solo collegamento giornaliero con Napoli con una percorrenza improponibile. Se non fosse per il fiore all’occhiello della linea storica Avellino Rocchetta SA, linea turistica secondo legge dello stato n.128/17 e infrastruttura di notevole interesse culturale secondo decreto del 2016 del MIBACT, Avellino non avrebbe alcuna menzione nella mappa ferroviaria italiana. Il capoluogo irpino è da tempo al centro di un dibattito che sembra non arrivare mai ad una reale conclusione. Una storia ferroviaria controversa che negli ultimi periodi pareva volgere al positivo vista la realizzazione in atto della elettrificazione della linea Benevento-Avellino-Salerno-Napoli. Nei fatti, una volta realizzata, l’elettrificazione potrebbe connettere la nostra città, da un lato, verso Salerno, con la linea ad Alta Velocità con la costruzione di una apposita bretella ferroviaria a Codola, e dall’altro, verso Benevento, con la costruenda linea ferroviaria ad Alta Capacità (Roma) Napoli Bari, nonché con la stessa AV passante per Benevento. Mentre nel resto d’Italia, da Nord a Sud, le città, grandi e piccole, mettono in agenda tra le prime voci la mobilità, interna ed esterna, e, in particolare, quella sostenibile, impegnandosi a promuovere tutti i mezzi di trasporto alternativi a quello privato, nonché tutte le altre soluzioni che provino a decongestionare le grandi città, attraverso migliori collegamenti con le provincie e il territorio regionale, ad Avellino, la stazione rimane sempre più periferica, fisicamente e metaforicamente, nell’immaginario sia collettivo che politico. Ci saremmo aspettati una presa diposizione chiara e ferma. E’ dunque prioritario oggi ripensare alla nostra città e alla nostra provincia in termini di collegamento, di connessione. Attorno a noi, Benevento, Salerno, Napoli sono ormai in dirittura d’arrivo rispetto ai loro collegamenti di AV, AC e linee complementari, mentre Avellino resta al margine, ancora ferma all’uso del mezzo privato o al più al bus. Una città che si presterebbe perfettamente a diventare laboratorio e modello per la sharing mobility, la sustainable mobility, per i corridoi verdi, le piste ciclabili e i viali pedonali. Eppure ascoltiamo il silenzio assordante dei nostri governanti”.

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