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Associazione finalizzata al traffico di droga, 11 arresti a Mola

Questa notte i Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare a carco di 11 persone

Pubblicato il 29 Giugno, 2020

Questa notte i Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, a carico di 11 persone (9 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di droga. L’ordinanza è stata eseguita da 50 militari, coadiuvati dal Nucleo Cinofili, nei territori di Mola di Bari, Noicattaro, Putignano e Conversano.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Bari, che ha consentito di disarticolare un sodalizio dedito al traffico di stupefacenti, operante nel comune di Mola di Bari ed altri centri del sud barese, facente capo ad una famiglia molese: le accuse sono di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti e violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale di P.S. Durante le attività investigative i carabinieri hanno arrestato in flagranza 5 soggetti, sequestrato kg. 27 di hashish, gr. 750 di cocaina, 12.000 euro in contanti, nonché ricostruito plurimi episodi di spaccio al minuto.

L’operazione, convenzionalmente denominata “stain”, è il risultato di un’indagine avviata nel 2018 dalla Tenenza Carabinieri di Mola di Bari, sviluppata mediante attività tecniche (intercettazioni telefoniche, ambientali e telecamere) e dinamiche (servizi di pedinamento, perquisizioni e sequestri) che hanno consentito di documentare l’operatività di una associazione criminale basata su una solida organizzazione piramidale e su una rigida ripartizione di ruoli.

Il capo indiscusso del sodalizio è stato individuato in un 49enne, il quale ha continuato ad esercitare la reggenza anche nel periodo di detenzione carceraria, ammonendo gli altri sodali ad attenersi scrupolosamente alle sue decisioni. I suoi fedelissimi erano rappresentati dai componenti del nucleo familiare, ovvero i figli, che svolgevano la funzione di cassieri dei proventi, mentre la moglie interveniva per risolvere problematiche gestionali dell’associazione.

L’organizzazione a sua volta faceva riferimento a due canali di approvvigionamento èer il traffico di droga, uno in Putignano, nella persona di un putignanese 39enne e l’altro in Noicattaro, rappresentato da un 51enne, ritenuti, in virtù del loro spessore criminale, in grado di garantire un regolare flusso di stupefacente necessario a soddisfare la clientela.

Parte della droga recuperata a Mola

La base logistica ed operativa era costituita dall’abitazione del capo, sita in una palazzina in zona centrale di Mola di Bari, trasformata in un market della droga, all’interno della quale veniva tagliata la sostanza e dove i clienti si recavano per acquistare, ricevendo assicurazione sulla qualità della merce.

L’afflusso alla piazza di spaccio era gestito da vedette, le quali si accertavano dell’assenza in zona di pattuglie delle forze di polizia ed in seguito, mediante un dispositivo laser, segnalavano il via libera agli acquirenti. A quest’ultimi, tra l’altro, durante l’uscita, era imposto di tenere la sostanza nelle cavità orali e di ingoiarla in caso di fermo.

Minacce nei confronti dei clienti insolventi messe in atto dai sodali incaricati del recupero crediti, ai quali era ordinato, se necessario, di “bussare casa per casa”. Oggetto di intimidazioni erano altresì gli abitanti del quartiere estranei al traffico di droga, costretti ad assistere in silenzio al via vai di persone: in una circostanza il gruppo progetta di incendiare l’autovettura o scrivere una lettera intimidatoria nei confronti di un vicino di casa sospettato di aver avvisato le forze dell’ordine.

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