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Carte di credito rubate

Giocavano al casinò con i soldi delle carte di credito rubate, sgominata una banda criminale con base a Napoli (VIDEO)

Sgominata una banda criminale che agiva su tutto il territorio nazionale con sede a Napoli. Con le carte di credito rubate spendevano i soldi di ignari cittadini.

Pubblicato il 1 Luglio, 2020

Utilizzando le tecniche di “spoofing” e “social engineering”, truffavano banche e clienti fino a rubare svariate centinaia di migliaia di euro da carte di credito rubate.

Nelle prime ore di questa mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania, con la collaborazione dei Comandi Provinciali di Napoli, Caserta e Bologna, a conclusione dell’indagine “Incognito”, hanno eseguito 11 misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di soggetti italiani. Per loro è scattata l’accusa di reati di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione ed all’indebito utilizzo di carte di credito e di debito di illecita provenienza.

Carte di credito rubate: tutto nasce da una rapina a Verbania

L’indagine è partita a marzo 2019 dopo l’arresto di uno dei responsabili di una rapina a mano armata nell’ufficio postale di Nonio (Verbania) del dicembre 2018. I carabinieri durante una perquisizione domiciliare avevano trovato nella casa dell’uomo una carta di credito intestata ad una donna del Nord Italia, del tutto estranea ai fatti.

La carta di credito, mai arrivata alla legittima proprietaria, era stata utilizzata in un casinò sloveno. Dopo approfondite indagini è emerso che diverse carte di credito rubate appartenevano al Centro Meccanizzato Postale di Milano Roserio, utilizzate in altri casinò sloveni ed esercizi pubblici o ATM italiani. Con l’ausilio delle Forze di Polizia slovena e svizzera, è stato svelato un complesso meccanismo alla base delle attività illecite.

Una struttura organizzata per rubare carte e dati sensibili: così agivano i criminali

L’organizzazione fortemente strutturata aveva sede a Napoli e, grazie a metodi di “ingegneria sociale”, contattavano i destinatari delle carte, le banche, gli uffici pubblici e gli istituti finanziari per carpire dati sensibili per attivare le carte di credito rubate.

Per ingannare gli interlocutori veniva usati programmi di “spoofing”, cioè capaci di modificare il numero telefonico, facendo credere al cliente che le telefonate partissero realmente dalla banca e viceversa.

Dopo aver ottenuto i dati, i criminali erano liberi di spendere i soldi in casinò esteri, negozi di lusso e centri commerciali o di fare ingenti prelievi dagli ATM.

La banda era in grado di aggirare anche i più sofisticati sistemi di sicurezza (avviso di avvenute transazioni, sms di allerta ecc.), quindi gli ignari utenti venivano a conoscenza delle ingenti somme spese (anche 6.000 euro) solo a fine mese.

L’indagine è proseguita per 8 mesi e ha permesso di costruire l’intero organigramma dell’organizzazione criminale. In totale sono state rinvenute e sequestrare 220 carte di credito ed individuate 11 persone (10 delle quali arrestate, mentre ad una di esse è stato notificato il divieto di dimora in Campania). L’attività è tuttora in corso per scoprire altri eventuali complici.

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