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Avellino – Stipendi gonfiati all’Asl, ordinanza di custodia cautelare per un dipendente. Danni per circa un milione

Pubblicato il 9 Luglio, 2020

Avellino – L’inchiesta avviata nel 2018 dalla Procura della Repubblica di Avellino e svolta in sintonia con la Guardia di Finanza irpina per accertare tempi, termini, condizioni e responsabilità della presunta truffa ai danni dell’Asl di Avellino, indotta a versare, tramite raggiro, stipendi gonfiati ad alcuni suoi dipendenti, è giunta ad un punto di svolta: questa mattina i finanzieri del comando provinciale di Avellino hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di L.G. ritenuto responsabile, in concorso con altre persone, di truffa aggravata nei confronti dell’Asl.

Il provvedimento, emesso dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica, guidata in questo periodo da Vincenzo D’Onofrio, si spiega con la circostanza secondo la quale l’indagato pare essere stato determinante per la buona riuscita del piano truffaldino perché aveva l’accesso diretto al sistema software gestionale dell’Asl, utilizzato per elaborare le buste paga. Era libero di inserire i dati di presenza lavorativa e di indennità che di fatto non erano mai stati conseguiti dal dirigente medico indagato. L’accesso diretto al software gestionale avrebbe consentito all’indagato di creare anche vere e proprie posizioni stipendiali fittizie, non riconducibili ad nessun dirigente medico o dipendente dell’Asl di Avellino, che servivano unicamente a far uscire soldi dalla casse dell’azienda e farli transitare su conti correnti dedicati accesi dagli altri indagati, G.N. e G.G., nei cui confronti il Gip ha disposto il sequestro della complessiva somma di di trentamila euro.

I risvolti della indagine rientrano nell’inchiesta avviata nel 2018 e condotta dalla compagnia della Guardia di Finanza che aveva già portato al sequestro di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di 452.000 euro.

Le indagini hanno consentito di individuare un pervasivo, risalente e articolato sistema fraudolento, attraverso cui gli indagati riuscivano a modificare, falsificandoli, i dati relativi alla presenza in servizio e alle indennità economiche, in modo da poter attribuire ai singoli beneficiari uno stipendio netto mensile anche dieci volte superiore a quello ordinariamente spettante. Per diversi mesi il dirigente medico avvantaggiato riusciva anche a ricevere l’accredito di uno stipendio netto di 42.000 euro. Il danno complessivo arrecato all’Asl di Avellino ammonta a 861.000 euro.

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