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Gli apostoli? Hanno gli occhiali

Gli apostoli? Hanno gli occhiali. Basta fare un salto alla Collegiata di San Lorenzo a Urbisaglia

Pubblicato il 8 Agosto, 2020

Rimasero famosi il quadro di Conrad von Soest, un particolare della Pentecoste, datato 1403 e l’affresco della chiesa di San Nicolò a Treviso del 1352, “I domenicani illustri” di Tomaso da Modena, tra cui appunto l’occhialuto Ugo di Provenza. Forse perché furono i primi ad essere raffigurati con quell’invenzione toscana (o veneta) di quel tempo.

Alcuni dicono addirittura che Nerone fosse stato già uno sperimentatore di quegli “smeraldi” magici (“Neronem principem gladiatorum pugnas spectasse smaragdo”), e strane forme di occhiali appoggiati sul naso li vediamo ancora nei quadri di Jan van Eyck, o nel Polittico di Rothenburg di Friedrich Herlin, “La circoncisione di Cristo” del 1466 con un San Pietro in evidenza a studiare le carte, presbitero della fede più che presbite.

Ma chi volesse togliersi la curiosità di vedere questi apostoli così “moderni” basta che faccia un salto nella Collegiata di San Lorenzo a Urbisaglia, dove questo anacronismo, moderne lenti indossate dai custodi della fede, è visibile: la bella chiesa che affrescò Ciro Pavisa secoli dopo non ha certo quadri dalla bellezza stilistica come il “Ritratto di un cavaliere dell’Ordine di Santiago” de Lo Spagnoletto che due secoli dopo ritrasse l’uomo con un paio di occhiali che andrebbero di moda anche oggi, ma ci mette danati un San Pietro quasi contemporaneo.

Non c’è da meravigliarsi. Il grande terremoto del 1799 (la storia si ripete) distrusse Camerino e dello splendido Polittico del Duomo rimasero frammenti. Era il grande Carlo Crivelli che l’aveva dipinto, il protagonista era un San Pietro occhialuto dall’aria seriosa.

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