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Una veduta interna del carcere romano di Regina Coeli in una foto tratta dal sito del sindacato di polizia penitenziaria Uilpa Penitenziaria. ANSA/ UILPA PENITENZIARIA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY- NO ARCHIVE++

Sale il numero dei positivi nelle carceri. Liberazione anticipata dei detenuti?

Pubblicato il 17 Novembre, 2020

La soluzione si potrebbe chiamare “liberazione anticipata”. La proposta è dei Garanti dei detenuti e potrebbe trovare molti d’accordo. In epoca di Covid, proprio nei giorni in cui ne sta parlando il Senato in merito al Decreto Ristori, la decisione di stabilire 75 giorni di sconto di pena ogni sei mesi (contro gli attuali 45) potrebbe far comodo a molti. Anche a chi non vuole sentire parlare di indulto o amnistia.

Ammalarsi in carcere e contagiarsi è una realtà. Quasi 1700 vittime del Covid, 758 tra i detenuti e 936 tra il personale e gli agenti della polizia penitenziaria. Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato dei poliziotti che lavorano nelle carceri, ha chiesto “urgenti misure per diminuire la popolazione detenuta, aumentare l’organico degli agenti, potenziare i servizi sanitari”.

Nel 60% delle strutture penitenziarie, rispondono agli Interni, non vi sono casi. Dunque la soluzione della liberazione anticipata che, secondo i garanti che hanno proposto la misura, è “un beneficio previsto ordinariamente dalla legge penitenziaria per cui chi si comporta bene e partecipa all’offerta di attività proposte dall’amministrazione”. E’ già avvenuto sette anni fa, quando la Corte dei diritti umani di Strasburgo, prendendo spunto dal sovraffollamento nelle carceri italiane, aveva condannato l’Italia a una multa salatissima e alla misura di cui si parla oggi.

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