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Il sindaco Festa: “io non metto a rischio i bambini della mia comunità”

I bambini per ora non ritornano alla didattica in presenza. Il sindaco spiega perchè

Pubblicato il 29 Novembre, 2020

Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, in un videomessaggio dedicato a tutti i suoi concittadini, ma in particolare ai genitori dei bambini in età scolare, ha spiegato le ragione delle decisioni prese in merito alla didattica in presenza, ricordando che sarà sospesa fino al 7 dicembre.

La giusta conoscenza dei fatti

Perchè, spiega il sindaco “è necessaria la giusta conoscenza dei fatti. Visto che in questi giorni questo argomento ha rappresentato una questione centrale ma non è stato affrontato nel modo corretto”.

Il sindaco ha spiegato che chi decide a livello nazionale è il Governo, a livello regionale, il Presidente di Regione e infine a livello locale c’è il sindaco che prende le decisioni per la comunità

Zone rosse e didattica in presenza

Il premier Conte ha deciso che, anche nelle zone rosse, è possibile la didattica in presenza, fino alla prima media.

Il presidente De Luca, fin da subito, ha deciso, in un primo tempo di tenere aperte le scuole fino alla prima elementare e poi, ha chiuso tutto, andando oltre Conte.

Ora, ha deciso per una nuova riapertura, questa volta però dedicata alla scuola dell’infanzia e la prima classe delle elementari.

E a questo punto, il sindaco, non comprende la logica delle scelte che reputa senza senso.

Perchè la domanda è “perchè la prima elementare sì e le altre classi, no?”

Differenze fra bambini

“Devono spiegarmi una cosa. Se c’è una questione di salute, perchè c’è un’apertura fino alla prima elementare? Se c’è un rischio relativo alla salute – commenta il sindaco – le scuole vanno chiuse, perchè queste scelte alla Ponzio Pilato non vanno bene, soprattutto per i bambini”.

“Perchè solo i bimbi che frequentano la prima elementare ne hanno diritto – prosegue Festa – e gli altri bambini della scuola elementare no? Questa è una scelta cervellotica”.

Le scuole chiuse dalla seconda elementare in poi, sono un controsenso in termini.

I bambini non stanno fermi

“Perchè, i bambini della scuola – questo il ragionamento di Festa -dell’infanzia non indossano mascherine e non si può dire loro di stare fermi. Sarebbe impossibile pretenderlo”.

“I bambini delle elementari, invece, – prosegue – devono indossare la mascherina e mantenere una certa distanza. Ovvio è una sofferenza stare tante ore con la mascherina ma perchè , allora aprire alla didattica in presenza, la prima elementare e le altre classi no?”

E infine, rincara la dose: “perchè se c’è un rischio di salute si chiudono tutte, ma non si possono prendere decisioni a metà. Questa decisione si approccia male e si fa un cattivo servizio e creiamo il caos nei confronti dei genitori e dei bambini”.

Il perchè del rinvio

E a questo punto la spiegazione del rinvio dell’apertura. “se c’è un problema di pandemia le scuole vanno chiuse. Ed io mi assumo la responsabilità di chiudere l’infanzia e la prima elementare. Perchè non accetterò mai che i bambini di prima elementare ci vadano e le altre classi no”.

Quale sarebbe il senso di questa scelta? Per me questa scelta non ha senso.

E ancora: “io non espongo quei bimbi a un rischio che la Regione mi consegna. Perchè la scelta di De Luca, in questo modo, ci fa capire che ci sono dati che rappresentano un timore”.

Non metto a rischio i bambini

“E se c’è un rischio per i bambini della scuola elementare, immaginate che rischio può esserci per quei bambini dell’infanzia. Perchè – prosegue Festa . non accetto queste scelte che creano caos, disparità e di approccio nei confronti dei nostri bimbi”.

Dopo Natale?

In più c’è un’ulteriore questione da prendere in esame e che il sindaco evidenzia con tutta la sua veemenza, il post Natale: “quando sento dire apriamo dopo Natale. Guardiamoci negli occhi. Tutti noi sappiamo che dopo Natale, inevitabilmente, avremo un aumento del contagio. Perchè dobbiamo essere seri e responsabili”

E così conclude il sindaco Festa, nettamente contrariato dalle decisioni prese a livello regionale: “Io non metto a rischio i bimbi della mia comunità”.

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