“Riascoltandomi ho subito realizzato la gravità di quanto espresso e le mie scuse sono state tempestive. Spero che una frase infelice e decontestualizzata non oscuri quello che fino ad oggi è stato il mio operato. Per senso di responsabilità, dopo una breve riflessione, ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni da Presidente Confindustria Macerata”. Si è dimesso il Presidente di Confindustria Macerata dopo le frasi pronunciate ieri nel corso di un evento sulla Moda. Ha scritto una lettera ai suoi associati in cui si legge anche: “Ho detto quella frase infelice, che non rappresenta per nulla il mio pensiero. Ho sbagliato e mi dispiace tantissimo avere, anche se involontariamente, coinvolto Confindustria in questa spiacevole vicenda. Chi ha avuto modo di conoscermi sa quanto per me siano importanti e prioritari la salute, la famiglia e le persone”.
Aveva detto l’imprenditore: “Come sapete ci aspetta un Natale molto magro perché stanno pensando addirittura di restringere ulteriormente. Questo significa andare a bloccare anche un retail che si stava rialzando per la seconda volta da una crisi, che rimettono in ginocchio. Io penso che le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero, alla fine, venirne fuori. Anche se qualcuno morirà, pazienza. Ma così, secondo me, diventa una situazione impossibile per tutti”.
Una frase forte che aveva scioccato e portato a critiche come quella di Giorgio Ligliani, presidente della Cna del capoluogo marchigiano: “Nulla può giustificare una frase del genere. La paura per la malattia, lo stress provocato dalla mancanza di socialità, la pesantissima crisi economica che sta colpendo tante imprese: tutto vero e reale” ma quella frase non andava detta. “È anzi un’aggravante che a pronunciarla non sia l’ultimo analfabeta digitale su un qualsiasi social network ma il più alto rappresentante di una associazione di categoria sul territorio, in un evento ufficiale”.
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