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“Il Covid non esiste, i medici sono attori”. Negazionista di Fano vittima del virus fa il mea culpa

Pubblicato il 4 Gennaio, 2021

Aveva sostenuto che “il Covid è un’influenza e le immagini delle corsie ospedaliere solo retorica del potere”. Il fanese Daniele Egidi, tecnico informatico di 54 anni, ha dovuto cambiare parere perché il 30 dicembre, dopo una settimana di sofferenze, l’hanno dovuto ricoverare in ospedale. Per Covid.

“Pensavo che fosse una montatura e che i medici nei reparti fossero attori pagati per recitare una parte, ora invece sono attaccato all’ossigeno”. E’ stata una dura presa di coscienza, quella del marchigiano che ammette di non aver capito “niente sul coronavirus” e di aver rifiutato inconsciamente l’idea che la pandemia fosse grave, minimizzavo culturalmente l’emergenza sanitaria. In ospedale, mentre aspettavo, ho visto passare davanti a me sette codici rossi, tutti per Covid, e lì ho capito che ero stato fuori dal mondo, cieco di fronte alla realtà”.

Dice che non metteva la mascherina perché la riteneva inutile e ora è convinto che bisogna fidarsi degli altri “e affidarsi a loro, non possiamo sempre mettere in discussione quello che capita”. Non è ancora fuori pericolo, “ho capito che per comprendere la gravità della situazione bisogna passarci. In ospedale ho visto che gli ospedali pieni, le terapie intensive al collasso, le persone che muoiono erano la realtà e non immagini televisive montate ad arte”. Il suo mea culpa è stato ripreso da un cronista del Carlino.

Mesi fa una vicenda analoga che ha riempito le prime pagine di tutto il mondo. Dmitriy Stuzhuk, negazionista di 33 anni con un milione di followers sui social, era morto di coronavirus.

Prima di morire ha voluto fare il mea culpa riguardo alla pandemia: “Come tutti sapete dalle mie stories, ho il Covid. Oggi, tornando a casa, per la prima volta c’era l’entusiasmo di scrivere almeno qualcosa. Voglio condividere come mi sono ammalato e mettere in guardia tutti in modo convincente: ho anche pensato che non esistesse il covid, ed è tutto relativo. Fino a quando non mi sono ammalato. COVID-19 LA MALATTIA NON E’ UNA COSA DA POCO! E’ pesante”.

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