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in piazza contro il governo

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Assembramenti a Lecce. Salvemini intima chiusure: “O lo fa il Governo, o lo faccio io”

Pubblicato il 8 Marzo, 2021

Quello appena trascorso è stato un fine settimana di assembramenti a Lecce. Negli spazi pubblici, davanti agli esercizi di somministrazione, sulle vie del passeggio, nelle zone della movida in generale. Il clima e le temperature miti, la voglia di socialità e libertà, il regime di zona gialla che resiste ancora in Puglia, hanno favorito gli spostamenti dai paesi limitrofi verso il capoluogo salentino e, di conseguenza, gli assembramenti a Lecce. La situazione Covid in Puglia, nel Salento, ma in generale in tutta Italia, però, non permette simili libertà e continua a preoccupare, soprattutto per via delle varianti del virus che stanno peggiorando i dati, sia dei contagi che dell’occupazioni nelle terapie intensive, in tutte le Regioni italiane.

Assembramenti a Lecce, le dichiarazioni di Salvemini

Ad essere preoccupato per questi assembramenti a Lecce, che si creano soprattutto nel week end, è prima di tutto il primo cittadino del capoluogo salentino, Carlo Salvemini, che, senza usare giri di parole, intima chiusure per le vie della movida se, nelle prossime ore questa decisione non dovesse essere presa direttamente dal Governo centrale o dalla Regione Puglia.

Questo il post pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook: “Quello appena trascorso è stato un fine settimana nel quale ha prevalso in tanti l’esigenza di socialità sulla necessaria e doverosa prudenza, che ci impone di limitare gli incontri, le uscite non necessarie, le passeggiate in centro. A tutela della nostra salute, di quella dei nostri parenti – in particolare i più anziani –, delle persone che con noi vivono o lavorano. Con la Protezione Civile abbiamo gestito i flussi pedonali attraverso i sensi unici su via Trinchese e Corso Vittorio Emanuele. Ma non abbiamo potuto evitare – nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine – che in più punti del centro si formassero pericolosi assembramenti a Lecce. Non va bene. La comprensione dell’urgenza di voler uscire da questa situazione – che ci indebolisce psicologicamente, economicamente, socialmente – deve accompagnarsi alla consapevolezza che serve continuare a proteggerci. Il Coronavirus, la cui circolazione è rafforzata notevolmente dalle varianti, continua a mettere in difficoltà i nostri sistemi sanitari, a mietere vittime, a provocare danni gravi alla salute delle persone più fragili che ne vengono contagiate. La prospettiva di uscire dall’incubo con la vaccinazione di massima è concreta, ma ancora non è realtà: fino ad allora occorre tenere alta la guardia. Perciò se nelle prossime 48 ore non interverranno da parte del Governo o della Regione nuove misure restrittive (già annunciate), che riportino il nostro territorio in zona arancione limitando almeno l’afflusso dagli altri comuni verso il capoluogo, mi vedrò costretto a disporre apposite ordinanze a tutela della salute pubblica per limitare le possibilità di assembramenti a Lecce. È una decisione non facile, che, finora, confortato dai dati relativi ai contagi nella nostra provincia comparati con altri territori, ho ritenuto di non assumere per non ulteriormente penalizzare l’economia cittadina. Ma di fronte alla impressionante capacità diffusiva delle varianti, diventa inevitabile“.

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