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‘Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime del coronavirus’, Mario Draghi omaggia Bergamo

Pubblicato il 18 Marzo, 2021

Nella prima “Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da coronavirus”, istituita da Sergio Mattarella, presidente della Repubblica (verrà celebrata il 18 marzo di ogni anno), Mario Draghi ha reso omaggio a Bergamo, città simbolo della prima ondata della pandemia. Il premier ha posato una corona d’alloro sulla stele dedicata alle vittime del Covid al cimitero monumentale, mentre veniva letta la poesia di Ernesto Olivero che è scolpita sulla stessa. Bergamo ha pagato un prezzo altissimo al Covid, con oltre 3400 vittime ufficiali, anche se quelle stimate sono circa 6000. Non possiamo abbracciarci ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti più uniti – ha detto Mario Draghi, che poi ha aggiunto -: Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili, sono tante le immagini di questa tragedia, ma una è indelebile, la colonna di carri militari carichi di bare. Questo luogo è un simbolo del dolore di un’intera nazione. È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato. Ricordare ci aiuta a fare buone scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini. Ricordare i tanti e magnifici esempi di operatori del bene espressi nell’emergenza da questa terra ci dà la misura della sua capacità, del suo sacrificio. Vorrei ricordare gli operatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII: in questi mesi hanno dato un contributo straordinario di professionalità e di dedizione, spesso pagato con la vita. Vorrei ricordare il miracolo, e non si può definire diversamente, dell’ospedale da campo della Fiera di Bergamo. Allestito in pochi giorni dagli Alpini, dalla Protezione Civile e dagli artigiani volontari. E sostenuto dalla grande generosità dei cittadini bergamaschi. Il sindaco Giorgio Gori ricorda nel suo libro, che ha come titolo “Riscatto”, anche i mille volontari, ragazze e ragazzi, che hanno aiutato le persone in difficoltà. Il sindaco li ha chiamati, a ragione, i “nuovi mille” di Bergamo”. L’incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche. Abbiamo già preso decisioni incisive nei confronti delle aziende che non mantengono i patti. Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione. Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese”, ha concluso il premier Draghi. Alla cerimonia erano presenti Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Francesco Beschi, vescovo, Gianfranco Gafforelli, presidente della Provincia, Enrico Ricco, prefetto, Maurizio Giuoooni, direttore generale dell’Ats Bergamo, la direttrice dell’ospedale Giovanni XXIII, un’infermiera e un medico di base.

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