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Vaccino antiCovid: le possibili problematiche legate a Johnson and Johnson

Pubblicato il 9 Aprile, 2021

Sia AstraZeneca, sia Johnson and Johnson sono vaccini a vettore virale. Il virus inattivato (adenovirus, per la precisione) non fa ammalare, ma porta con sé le istruzioni per sintetizzare la proteina Spike, quella che forma le protuberanze del Covid-19: proteina che stimola una risposta immunitaria specifica, e il gioco è fatto. Se i due vaccini funzionano in modo simile, è possibile (anche se non ancora dimostrato) che creino effetti collaterali assimilabili. Non è soltanto un’illazione, bisogna ragionare su questo punto. Il Prac, il comitato per la sicurezza dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ha avviato una revisione per valutare segnalazioni di eventi tromboembolici (formazione di coaguli di sangue, con conseguente ostruzione di un vaso) in persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid-19 Janssen di Johnson and Johnson. “Dopo la vaccinazione con il Janssen sono stati segnalati quattro casi gravi di coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Un caso si è verificato in uno studio clinico e tre casi durante la campagna vaccinale negli Stati Uniti. Uno di questi è stato fatale“, spiega l’Ema in una nota. Questi alert “indicano un ‘segnale di sicurezza’, ma al momento non è chiaro se esista un’associazione causale tra la vaccinazione con il Janssen e queste condizioni. Il Prac sta indagando su questi casi e deciderà se potrà essere necessaria un’azione normativa, che di solito consiste in un aggiornamento delle informazioni sul prodotto”, spiega l’Agenzia europea. Il vaccino di J&J è attualmente utilizzato soltanto negli Stati Uniti, con un’autorizzazione all’uso di emergenza. È stato autorizzato nell’Ue l’11 marzo 2021. La somministrazione non è ancora iniziata in nessuno Stato membro dell’Ue, ma è prevista nelle prossime settimane. (fonte: Agi)

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