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Vaccinazione: è un diritto, ora è un anche un dovere

Pubblicato il 30 Aprile, 2021

30.4.2021 – Ieri giornata record: con le 7003 vaccinazioni registrate, l’Ulss 3 Serenissima ha sfondato anche il tetto dei Settemila. Nella giornata di oggi, e in tutti i giorni della prossima settimana, sono già previste più di 6000 vaccinazioni.

Le sedi funzionano: al PalaExpo si punta ogni giorno alle 2500 vaccinazioni.

Perché è importante mantenere alta la tensione, e “correre” verso il completamento anche delle due fasce di età dei 60-69 anni e dei 70-79 anni? Lo spiega il Direttore Edgardo Contato nell’appello che manda alla popolazione: nessuno ha il diritto di “prendere tempo”, e il diritto alla vaccinazione è ora anche un dovere di vaccinarsi presto, per lasciar spazio alle generazioni successive, e per non perdere un solo giorno nel contrasto al virus.   

di Edgardo Contato, Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima

30.4.2021 – Diamo insieme una spallata al Covid, per metterlo all’angolo definitivamente grazie alla vaccinazione. 

Anche a nome dei medici e di tutto il personale sanitario delle nostre città, sento di rivolgere oggi un appello alla cittadinanza, che spero i media locali vogliano sostenere.

L’appello è semplice: la vaccinazione non è come un’uscita fuori porta, che se il tempo non è ideale si rimanda al prossimo fine settimana. No, la vaccinazione non può attendere, e ciascuno di noi deve sentirsi in dovere di sottoporsi al vaccino non appena ne ha acquisito il diritto. Per sé e per gli altri, perché tutti insieme, vaccinati, respingiamo l’attacco del virus.

So bene che per lunghe settimane la disponibilità limitata del vaccino ha costretto tutti ad un’attesa snervante. Oggi però una situazione nuova permette all’Azienda sanitaria di mettere a disposizione degli utenti date e sedi per la vaccinazione. Ebbene: quello che prima sentivamo come un diritto, e cioè ricevere il vaccino al più presto, adesso dev’essere sentito come un obbligo morale, e ciascuno di coloro che può essere vaccinato deve sentirsi in dovere di aderire al più presto possibile. Rimandare significa rallentare la risposta al virus, lasciargli spazio, concedergli una tregua, mentre invece dobbiamo essere decisi ad incalzarlo insieme.

Chi ha il diritto al vaccino, ha il dovere di vaccinarsi appena possibile. Se siamo nelle classi di età tra i 60 e i 79 anni, ricordiamo che altri attendono: prima si concluderà il lavoro sulle fasce d’età oggi prioritarie, prima la vaccinazione sarà aperta a tutti gli altri – le generazioni più giovani – che ora stanno a guardare e ci chiedono di fare presto, perché venga presto anche il loro turno.

Ancora un auspicio mi sento di esprimere: chiedo a tutti coloro che vengono ai nostri centri vaccinali di farlo con responsabilità. Ricevere il vaccino obbliga tutti i cittadini a spostarsi, a recarsi in un centro dove si lavora con la maggior attenzione e la maggior celerità possibile. Quando sarà il nostro turno armiamoci di pazienza e di senso civico: tra i tanti che ringraziano consapevoli per il servizio che viene loro offerto, bastano invece poche persone polemiche o egoiste a rallentare il lavoro, a danno di tutti, degli operatori e dei cittadini in attesa. Sia chiaro: il diritto al vaccino non è diritto a scegliere il vaccino. Sta ai medici la valutazione quanto al vaccino proposto, nel rispetto di normative stringenti; e ogni pretesa e ogni richiesta reiterata al riguardo là dove si effettuano le vaccinazioni non è certo segno di correttezza o di responsabilità.

Esercitiamo il nostro diritto alla vaccinazione e aderiamo al più presto, con senso del dovere, alla vaccinazione. Ora che tocca a noi dare un contributo alla lotta al Covid, facciamo al meglio e presto la nostra parte.

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