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Tutela del patrimonio culturale, il report 2020 del Nucleo TPC dei Carabinieri

Pubblicato il 11 Maggio, 2021

Nel 2020, annus horribilis segnato dalla pandemia, le verifiche di sicurezza a musei, biblioteche e archivi regionali e per quelli a mercati e fiere antiquariali registrano un decremento. E’ quanto rilevato dai carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, con la percentuale scesa del 53,3% per quanto riguarda il primo settore e del 47,8% per il secondo. Misure restrittive o chiusure totali hanno ovviamente influito sui dati mentre si è registrato un incremento della sorveglianza sulle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali del 113,7%, e lo stesso dicasi, seppur in misura molto minore (2,8%) per le aree archeologiche. Dal report 2020 sulle attività del reparto, spicca anche la percentuale di controlli online dei beni commercializzati nelle piattaforme e-commerce e sui siti di case d’asta e mercato antiquario (+3,2%).

Considerevoli i monitoraggi via elicotteri e aerei del 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì nell’intero territorio regionale, per scongiurare l’aggressione speculativa alle aree sottoposte a tutela paesaggistica o vincolo archeologico. Dal punto di vista repressivo i Carabinieri del Nucleto TPC hanno inoltre denunciato all’Autorità Giudiziaria 37 persone responsabili di aver violato le norme di tutela del patrimonio culturale nazionale. I reati più frequenti sono stati quelli di furto e ricettazione di opere d’arte, contraffazione di dipinti, e reati in danno del paesaggio. Sono stati sequestrati poi 7.997 beni di tipo antiquariale, archivistico e librario, 28 reperti paleontologici e 103 reperti archeologici (per un valore stimato in 1.550.550 euro), nonché 43 opere d’arte contraffatte (valore 3.685.000 euro).

Rispetto al 2019 però il furto di beni culturali ha visto una netta diminuzione nel 2020. Si passa dai 48 di due anni fa ai 36 dell’anno scorso, nell’intera regione Emilia-Romagna. In particolare nella provincia di Parma sono stati recuperati due reperti archeologici illecitamente posseduti da una persona che li aveva ereditati. Si tratta di un “Oinochoe” a bocca trilobata in ceramica a vernice nera a impasto grigio e una “Trozzella” in ceramica comune ad alte anse angolose, due oggetti ritenuti autentici e risalenti al quarto e sesto secolo a.C. Da ultima, è stata recuperata una collezione archeologica a Modena costituita da 57 reperti la quasi totalità integri, anch’essi illecitamente posseduti. Tutto il materiale è stato poi consegnato alla Soprintendenza per la confisca.

Stefano Ravaglia

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