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“Aiutate Daniele al più presto, noi non ne possiamo più” il grido esasperato degli abitanti di via Borgo Pieratti a Montemurlo

Pubblicato il 2 Agosto, 2020

Si chiama Daniele ha 43 anni e abita a Montemurlo nel quartiere Fornacelle e non sta bene. Ha avuto indubbiamente una vita difficile. Il padre malato di Alzheimer è morto circa sette anni fa. Dopo la morte del padre lui ha iniziato a manifestare segni di squilibrio mentale e a malmenare la madre che per sfuggire ai suoi assalti ha preferito ritirarsi in una casa di riposo. Adesso pare la donna sia morta, ma chissà se lui lo sa, perché Daniele è chiuso in un mondo tutto suo, un mondo che turba tutto il vicinato.

I vicini sono esasperati dalle sue grida continue giorno e notte che tolgono loro il sonno e la pace.  Racconta Marco che lo conosce da anni : “Passa le giornate completamente solo. Le ore in cui è silenzioso sono dalle 6 alle 8 di mattina, per le restanti ore urla e insulta il mondo intero che sia giorno o notte. Certe volte lo puoi vedere sull’argine del fiume imprecare come un forsennato, il peggio però lo dà quando cala la sera. A me alle volte ha tirato dietro dei flaconi di calmante che gli sono stati prescritti e che non prende perché nessuno lo segue.”

L’unico aiuto che ha Daniele è un volontario della parrocchia che gli consegna la spesa settimanale per il resto è lasciato a se stesso: nessuno lo lava, lo cura, gli fa compagnia. 

Marco spiega che l’intento non è quello di punirlo. Tutti gli abitanti della via stanno cercando da anni una soluzione che non sia penalizzante per Daniele ma il disagio è grande: “Non riusciamo a dormire e l’estate con il caldo siamo ancora più in difficoltà- racconta Marco- addirittura le nostre case si sono svalutate. Chi vuole comprare una casa dove si sentono urla dalla mattina alla sera? In passato su consiglio di un assessore abbiamo chiamato i carabinieri per due mesi di fila. Il più delle volte quando vedeva le divise, entrava in casa e stava zitto e poco hanno potuto fare. Solo una volta sono arrivati di soppiatto e l’hanno beccato fuori ad urlare, così lo hanno tenuto fermo in 14 tra poliziotti e vigili e dopo averlo sedato, l’ambulanza lo ha portato via. Il giorno dopo lo abbiamo visto tornare con indosso un camice e la farfallina della flebo ancora nel braccio.”

Daniele non è un delinquente, è semplicemente malato e non può essere lasciato solo come sta accadendo. Tuttavia chiamare i vigili non serve perché non possono entrare nella sua abitazione se lui non apre il cancello, cosa che si guarda bene dal fare, anzi quando li vede si chiude dentro casa a chiave. Così come non possono obbligarlo a trattamenti sanitari perché Daniele dovrebbe firmare dei moduli che non firmerà mai. I vicini raccontano di poterlo denunciare per il solo disturbo della quiete pubblica e questo serve davvero a poco.
Sorge spontanea la domanda: “Se Daniele non è capace di intendere come può decidere se farsi curare o no?” E’ una spirale dalla quale sembra che nessuno possa uscire. 
L’unica certezza è l’appello che gli abitanti di via Borgo Pieratti rivolgono più che alle autorità all’amministrazione e al mondo del volontariato, affinché con la dovuta lucidità, si trovi la via di uscita a questo incubo che pare senza fine.

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