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Alla scoperta della tecnologia RFID: cosa c’è da sapere

In ogni ambito della vita privata e lavorativa la tecnologia sta acquisendo uno spazio sempre più grande: computer, tablet, smartphone specifici, piattaforme dedicate, utilizzo dell’AI, investimenti sui social media. Un progresso che non conosce una fine. Uno dei sistemi sempre più preziosi per le aziende contemporanee è la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification).

Pubblicato il 23 Febbraio, 2024

In ogni ambito della vita privata e lavorativa la tecnologia sta acquisendo uno spazio sempre più grande: computer, tablet, smartphone specifici, piattaforme dedicate, utilizzo dell’AI, investimenti sui social media. Un progresso che non conosce una fine. Uno dei sistemi sempre più preziosi per le aziende contemporanee è la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification).

Ma di cosa stiamo parlando? Quando ci si riferisce alla tecnologia RFID indichiamo un sistema di identificazione tramite radiofrequenze, che permette la trasmissione istantanea di dati tra oggetti, animali o persone. Più avanti, nel corso di questo articolo, scopriremo come questo avviene.

Questa capacità istantanea di trasmettere i dati permette di agevolare notevolmente un determinato lavoro, a livello di sicurezza ma soprattutto sotto l’aspetto logistico. Un sistema versatile e affidabile che ben si adatta a ogni settore economico e commerciale.

Proviamo a pensare all’inventario. Una gestione inventario RFID è flessibile, automatizzata, versatile, immediata. Tutto questo consente un controllo più accurato degli stock, con una risposta più efficace in caso di mancanze o eccedenze.

Una tecnologia insomma fondamentale per le dinamiche lavorative moderne, ma che ha compiuto una parabola più lunga di quella che possiamo immaginare, quantificabile in circa 50 anni.

RFID: la storia

La tecnologia RFID prende origine dalla Seconda guerra mondiale e si sviluppa a partire dagli anni Sessanta, ma ha la sua massima diffusione principalmente dagli anni Novanta. Il primo vero predecessore della moderna tecnologia RFID viene brevettato da Mario Cardullo nel gennaio 1973.

Nel 1973 Steven Depp, Alfred Koelle e Robert Freyman organizzano una dimostrazione del funzionamento dei tag RFID presso il Los Alamos Scientific Laboratory. Questo sistema funziona con una frequenza di 915 MHz e impiega tag a 12 bit.

Il primo brevetto in cui figura la sigla RFID è stato depositato da Charles Walton nel 1983. La procedura di riconoscimento automatico si è successivamente sviluppata in vari settori, come ad esempio quello industriale, automobilistico, medico, governativo e logistico. E ora con l’introduzione dell’intelligenza artificiale può continuare a progredire ancora.

RFID: caratteristiche e funzionamento

Un sistema RFID è costituito da tre elementi fondamentali:

  • una o più etichette RFID (o tag o transponder);
  • un apparecchio di lettura o scrittura (lettore);
  • un sistema informativo di gestione dei dati.

L’elemento principale che caratterizza un sistema RFID è ovviamente l’etichetta RFID, chiamato anche o transponder o tag. Questo è costituto da tre parti:

  • un microchip che contiene dati in una memoria;
  • un’antenna;
  • un supporto fisico che tiene insieme il chip e l’antenna chiamato “substrato”

Con la tecnologia RFID un’azienda è in grado di identificare digitalmente un prodotto, tracciarlo con precisione in ogni sua fase. L‘hardware del sistema raccoglie i dati e la posizione dei prodotti durante tutto il loro ciclo. Per gli amministratori c’è a disposizione una completa visione in tempo reale dello stato di migliaia di prodotti in contemporanea.

Tecnologia RFID; vantaggi e svantaggi

Come abbiamo detto sopra i vantaggi principali della tecnologia RFID dipendono interamente dalla flessibilità della lettura dei microchip. Infatti la possibilità di impostare diverse frequenze di trasmissione delle onde permette letture anche a distanze notevoli di molteplici tag.

Questo permette, ad esempio, di inventariare interi container in pochi istanti e di abbattere i tempi della catena di approvvigionamento. Se ben protetti, i chip del tag RFID possono resistere anche ad agenti chimici o ambientali. Infine la capacità dei software di ricevere immediatamente i dati di migliaia di oggetti, permette una gestione logistica del magazzino istantanea.

Ma esistono anche degli svantaggi. Tra questi si possono verificare errori quando varie etichette sono vicine, difficoltà di lettura con alcuni materiali (il segnale RFID “fatica” a passare attraverso metalli o liquidi) e, ovviamente, un costo più alto rispetto ai codici a barre.

Questa nuova tecnologia comporta un investimento per l’azienda. Il costo RFID può essere periodico o fissi, in base alle esigenze. I costi periodici riguardano le etichette da acquistare di volta in volta in base ai propri ritmi produttivi.

La componente fissa rappresenta tutti i macchinari necessari all’installazione dei RFID tag sui prodotti, alla lettura degli stessi e alla scrittura delle informazioni relative ai prodotti nei chip, e risulta quella a maggior costo. In base alla situazione e alle esigenze aziendali la spesa può ovviamente variare, per cui è consigliabile richiedere sempre un preventivo.

RFID attivo e passivo

Fino a qui non ne abbiamo mai accennato, ma all’interno della tecnologia RFID esiste una differenza tra “passivo” e “attivo”. La discriminante tra queste due tecnologie è rappresentata dall’altezza delle frequenze.

Quando si parla di RFID passivo, ci si riferisce a radiofrequenze basse, alte, altissime. In questo caso si parla di tag passivo perché il chip viene attivato solo quando viene colpito dalle onde del lettore.

Con la dicitura RFID attivo, invece, ci si riferisce a una tecnologia che opera su frequenze più alte, dai 3 ai 7 GHz. I sistemi ad altissime frequenze (UHF) hanno il vantaggio di coprire aree molto più ampie con un numero altissimo di oggetti tracciabili.

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