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Associazione di tipo mafioso: si fa il nome del mandante dell’omicidio Livatino

Pubblicato il 2 Febbraio, 2021

Clan mafiosi siciliani: decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica – direzione distrettuale antimafia di Palermo. I carabinieri del Ros lavorano dalle prime ore del mattino. Li supportano in fase esecutiva dei Carabinieri dei comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta e Palermo, del XII reggimento ‘Sicilia’, dello squadrone eliportato cacciatori ‘Sicilia’ e del nono nucleo elicotteri. Gli indagati sono 23. Si parla di associazione di tipo mafioso (Cosa nostra e Stidda) e concorso esterno in associazione mafiosa. E ancora: favoreggiamento personale, tentata estorsione ed altri reati aggravati, poiché commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose indagate. Non manca il nome di uno dei mandanti dell’omicidio del giudice Livatino, Antonio Gallea. Questi era tra i boss a capo della Stidda agrigentina, fermati nell’operazione dei Ros: dopo 25 anni di carcere, aveva ottenuto nel 2015 la semilibertà. Ecco che lo si vide all’opera, secondo quanto ci consta, per riorganizzare la Stidda e tornare a operare sul territorio. Avrebbe operato in “sinergia criminale” con Cosa nostra, per la risoluzione di diverse vicende e la spartizione dei proventi delle attività illecite. C’è’ anche un’avvocata penalista agrigentina tra i coinvolti: nel suo studio si sarebbero svolti summit dei boss. Tra le linee d’azione considerate più importanti da cosa nostra vi è quella dell’inabissamento, esigenza particolarmente sentita anche con riguardo alle inchieste giornalistiche.

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