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Affetto da autismo, è cacciato dal colosso dei supermercati perché ha il gatto da assistenza

Pubblicato il 27 Maggio, 2022

“Ho perso la fiducia perché questo genere di cose accadono così spesso alle persone disabili, che vengono emarginate, alle quali viene impedito l’accesso”.

Ian Fenn è un 51enne web designer affetto da una forma di autismo. Quella che affronta grazie anche a un assistente speciale, la sua gatta Chloe.

Chloe

Fenn è stato costretto ad avviare un’azione legale contro il colosso dei supermercati Sainsbury ‘s, il secondo del Regno Unito alle spalle di Tesco, dopo che gli è stato impedito di entrare in uno dei punti vendita londinesi con la sua preziosissima micina.

L’uomo, a cui è stato diagnosticato l’autismo due anni fa, con Chloe comoda sulle sue spalle riesce ad affrontare gli attacchi di ansia e panico che la sindrome gli provoca in pubblico.

“Chloe può entrare nei supermercati rivali come Tesco – racconta – ho supplicato Sainsbury’s di permettermi di tenerla con me, ma sono stati irremovibili, indifferenti anche alla sua importanza medica per me”.

Sainsbury’s, alla luce della vicenda sembra davvero ancor più grottesco, che accoglie cani da assistenza, sostiene che i gatti rappresentano un rischio per l’igiene alimentare, ma, dopo il caso sollevato dal web designer, ha chiesto al suo team di salute ambientale di cercare di trovare una soluzione.

Il 51enne, però, è pronto per una resa dei conti in tribunale con il gigante dei supermercati che potrebbe creare un nuovo precedente legale.

Fenn, di Tooting, nel sud di Londra, spiega che Chloe lo accompagna in pubblico da circa un anno e che possiede la gatta da cinque anni, da quando l’ha adottata in un ricovero per gatti a Canning Town e stima che abbia 12 o 13 anni.

Quando ha visitato il negozio di Clapham Common a marzo, è stato avvicinato dal personale e cacciato quando era già giunto ben oltre l’ingresso del negozio.

“Alla fine ero così sconvolto che non ho avuto più la forza di fare valere i miei diritti e sono tornato a casa – racconta ancora – Ho chiuso con loro. Sono stato umiliato. Volevo solo prendere quel che mi serviva e andarmene. Chloe sarebbe stata in contatto con me, come sempre. Il giorno dopo, sopraffatto dalla frustrazione, ho annullato degli appuntamenti che avevo in agenda e sono rimasto chiuso in casa. Ho provato un senso di sfiducia nella società. Anche perché io rispetto tutto e tutti. Poiché so che avere un gatto come il mio è insolito, sono consapevole al riguardo, quindi invio un’e-mail o contatto in anticipo tutte le attività che visito, se possibile. L’ho fatto con oltre 200 posti”.

Il signor Fenn ha dichiarato di aver contattato Sainsbury’s prima della sua visita a marzo e gli è stato detto che non ci sarebbero stati problemi.

Un portavoce di Sainsbury’s ha dichiarato: “Vogliamo essere un rivenditore inclusivo in cui le persone amano lavorare e fare acquisti e essere sensibili al fatto che alcuni dei nostri dipendenti e clienti potrebbero aver bisogno di supporto nei nostri negozi. Allo stesso tempo, la sicurezza è la nostra massima priorità e i nostri dipendenti sono formati per bilanciare il mantenimento dei nostri elevati standard di igiene alimentare con il supporto di tutti i nostri clienti che fanno acquisti da noi. Siamo in contatto con il team locale per la salute ambientale per vedere se ci sono modi in cui possiamo aiutare il signor Fenn a visitare il nostro negozio senza compromettere le nostre regole”.

Chris Fry, un importante avvocato per i diritti dei disabili che rappresenta il signor Fenn, ha affermato di aver avviato un procedimento contro Sainsbury’s dopo aver attraversato la “fase del protocollo di pre-azione. Fondamentalmente non siamo stati in grado di trovare un compromesso, quindi abbiamo dovuto avviare procedimenti nei tribunali di contea. Speriamo che si vada a processo entro i prossimi 12 mesi”.

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