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Braccianti agricoli, a Nardò torna l’ordinanza anticaldo

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Quello dei braccianti agricoli a Nardò, di cui fanno parte anche quelli della famosa raccolta delle angurie che viene spesso effettuata da cittadini extracomunitari, è uno degli argomenti più gettonati quando a fare notizia è lo sfruttamento e le condizioni disumane in cui vengono fatti vivere, ma soprattutto lavorare molti di questi poveri braccianti agricoli. In passato la polemica è diventata di dominio pubblico, sia quando si parlava delle ore totali in cui erano costretti a lavorare, sia per il costo del lavoro che era ben al di sotto dei limiti morali ed etici. In altre zone italiane c’era addirittura chi dopava i braccianti per farli rendere e lavorare di più. Ogni estate, invece, spesso a far notizia è stata la costrizione a cui erano sottoposti molti di loro nel lavorare durante le ore più calde della giornata. In questi giorni di inizio estate, dove il termometro sta toccando e superando i 40 gradi e continuerà a farlo nei prossimi giorni, lavorare in determinate ore giornaliere è praticamente impossibile e, per fortuna, a Nardò è tornata l’ordinanza anticaldo.

Braccianti agricoli, ecco come funziona l’ordinanza anticaldo

Con l’ordinanza n.320, il sindaco di Nardò, Pippi Mellone rinnova un provvedimento applicato negli anni scorsi a tutela dei braccianti agricoli. Da ieri, infatti, è vietato il lavoro nei campi su tutto il territorio comunale nella fascia oraria compresa tra le 12.30 e le 16. Un piccolo passo di civiltà e un divieto di tre ore e mezza che non va ad intaccare minimamente la produttività e non pregiudica la normale giornata lavorativa di aziende e braccianti agricoli, viste anche le tante ore di luce naturale durante la giornata estiva. Secondo l’ordinanza anticaldo il divieto vale nei giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito all’indirizzo https://www.worklimate.it  riferita a “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” (ore 12), indichi un livello di rischio “alto” per il territorio di Nardò. Il mancato adempimento dell’obbligo è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria di 500 euro. Gli effetti dell’ordinanza cesseranno il 31 agosto.

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Carmelo Dimitri

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