Cerca di disfarsi del suo cane corso, dicendo che era un randagio e che non era suo, ma viene scoperto e multato di 900 euro. Ancora una triste storia con protagonisti i nostri animali più amati, è andata in scena nel Salento. La storia è iniziata con l’accalappiamento di un cane sprovvisto di microchip, lo scorso 9 marzo, su segnalazione giunta alla polizia locale del Comune di Alessano e alle Guardie zoofile Agriambiente da parte di un cittadino residente in un paesino del basso Salento. Sono così partite le indagini perché la situazione faceva trasparire una sorta di raggiro al fine di far ricoverare in canile l’esemplare a spese del Comune. Le guardie zoofile, quindi, congiuntamente al personale del comando della Polizia locale di Alessano, hanno cominciato a contattare le associazioni animaliste di zona al fine di comprendere se mai avessero visto il cane in questione.
Sono stati informati, in tempi brevi, dalla presidente di un’associazione animalista che l’esemplare fosse di proprietà di una signora residente in Gagliano del Capo. Invitate le parti a presentarsi presso il comando di polizia locale, veniva accertato che il cane, un corso ricoverato nel canile rifugio “In Bocca Al Lupo” di Alessano, fosse stato ceduto a un altro soggetto un paio di mesi prima, e che quest’ultimo, pur di disfarsene, aveva pensato bene di dichiarare che il cane fosse randagio e che si fosse introdotto nella sua proprietà. All’uomo, che cerca di disfarsi del suo cane, è stata comminata una multa per 900 euro e non si escludono risvolti di natura penale per le false dichiarazioni ai pubblici ufficiali.
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