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Chiara Ferragni

Chiara Ferragni a casa di Liliana Segre: “La sua storia mi ha molto colpito”

Pubblicato il 9 Giugno, 2022

“Dopo le nostre chiaccherate telefoniche, oggi ho avuto il piacere di conoscere di persona la Senatrice Liliana Segre. La sua storia e la sua determinazione mi hanno molto colpito”.

Chiara Ferragni

Lo scrive Chiara Ferragni, che posta sui social una foto di lei con la senatrice a vita.

L’incontro è avvenuto a casa della Segre, che nelle scorse settimane aveva espresso il desiderio di incontrare l’influencer e di invitarla a visitare con lei il Memoriale della Shoah.

“Ho visto che con suo marito Fedez si impegna sul sociale, mi piacerebbe conoscerla” aveva detto la Segre, sostenendo che i visitatori al Memoriale che ricorda le vittime dell’olocausto in Italia sono ancora troppo pochi.

“Il suo esempio – aveva aggiunto – potrebbe portare qui tanti ragazzi”.

All’invito aveva risposto, indirettamente, il marito dell’imprenditrice, Fedez, che ha invitato la 91enne senatrice a vita al podcast “Muschio selvaggio”.   

Chiara Ferragni accoglie l’invito dopo aver conosciuto di persona Liliana Segre, che fu deportata a 13 anni proprio dalla Stazione Centrale di Milano, assieme al padre, che non fece ritorno da Auschwitz.

La visita si svolgerà in autunno, quando la senatrice a vita tornerà dalle vacanze a Pesaro. In questi giorni ha gli ultimi impegni pubblici proprio al Memoriale e poi il 16 partirà per le ferie.

L’incontro con Chiara Ferragni è avvenuto in mattinata, prima di un convegno della polizia e del Viminale prorprio al Memoriale di piazza Safra, slargo di via Ferrante Aporti.

L’influencer è stata ricevuta a casa nel salotto dove la senatrice accoglie le persone più care.

Ma c’è chi aveva avuto da ridire sulla volontà della Segre di coinvolgere la Ferragni su un tema delicato così come la Shoah.

Oggi a margine del convegno con la ministra Luciana Lamorgese al Memoriale, Segre aveva detto sorridento: “Con la Ferragni, tutto procede”, senza scendere in ulteriori dettagli, visto che doveva essere l’influencer da 27 milioni di follower a rendere noto il loro incontro.

La senatrice a vita, mentre Ferragni pubblicava la notizia del loro incontro privato, ha ripercorso la sua storia di bambina vittima di discriminazioni, visto che il convegno era dedicato proprio a questo tema: “Io ho provato cosa vuol dire essere una reietta e in un certo senso sono ancora vittima dell’odio dei leoni da tastiera, tanto che la mia carissima amica ministro Lamorgese circa tre anni fa mi ha imposto la scorta. Ancora oggi mi odiano e mi vorrebbero morta, anche se in realtà non dovranno aspettare tanto, avendo io quasi 92 anni”.

Dicendo questa triste verità, Liliana Segre è riuscita persino a far sorridere la platea di poliziotti e carabinieri, in mezzo ai quali sedevano tutti i vertici delle forze dell’ordine italiane. La senatrice a vita è stata l’ospite d’onore al convegno “Le vittime dell’odio”, organizzato dall’osservatorio sulle discriminazioni Oscad, un incontro che quest’anno è stato organizzato al Memoriale della Shoah di Milano, che inaugura proprio in questi giorni la nuova sede del Cdec, centro di documentazione ebraica contemporanea. Luciana Lamorgese è venuta a Milano proprio per questo evento e per vedere in anteprima la grande nuova biblioteca da 40 mila volumi.

“I miei carabinieri – spiega Liliana Segre nel suo intervento – mi hanno detto che sono l’unica così vecchia in Italia ad averla, perché evidentemente, nonostante i 92 anni che compirò a settembre, sono ritenuta molto pericolosa”. Luciana Lamorgese la guarda dalla prima fila con affetto e si vede che davvero le due donne sono diventate amiche. “Cara Liliana, eri vittima di molto minacce e abbiamo dovuto proteggerti perché tu possa continuare a svolgere il tuo prezioso lavoro di testimonianza, per tramandare a noi la memoria, affinché noi la tramandiamo ai nostri figli”, dirà poco dopo la responsabile del Viminale che tre anni fa assegnò la scorta alla senatrice. “Scorta – ha proseguito la senatrice a vita – che poi si è rivelata una famiglia allargata di cui io sono lietissima”, ma “questo non vuol dire che io fin da quando avevo 8 anni nel 1938 non mi sia sentita esclusa dalla società per la colpa di essere nata”. Tanti aplausi per lei che vestita di chiaro, come sempre, sorride e ascolta oltre due ore e mezza di interventi.

“Perché qualcuno è colpito, odiato e magari ucciso solo per la colpa di essere nato? Come abbiamo fatto ad arrivare al 2022 senza chiedercelo? Se non si risolve questo problema, sarà tutta una follia”, ha concluso Segre. “Di manifestazioni di odio ne vediamo tante, non soltanto per il momento difficile che il nostro Paese, come altri, sta vivendo”, ha sottolineato poi la ministra dell’Interno. “Tanto che nel 2021 sono state 449 le segnalazioni di episodi di discriminazione o di odio giunte all’Osservatorio sul fenomeno diretto dal prefetto Vittorio Rizzi. Episodi accomunati da una matrice di discriminazione verso chi è diverso per colore della pelle, religione, identità di genere e disabiità”.

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