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Confcommercio, ristori post pandemia: poche richieste, “Non rinunciate”. Ancora pochi giorni utili per fare domanda

Pubblicato il 20 Dicembre, 2021

20.12.2021 – Ristori per le attività colpite dagli effetti della pandemia, solo una su 10 ha fatto domanda. Confcommercio di Venezia e Terraferma lancia l’appello: non lasciarsi sfuggire l’occasione. “In ballo – dicono dalla società di servizi – c’è la tenuta dell’intero sistema, va raccolto fino all’ultimo contributo”.

Il bando della Regione Veneto e di Unioncamere è stato poco pubblicizzato, ma la scadenza per presentare domanda, originariamente fissata per il 15 dicembre, è stata prorogata fino al 23 (e in modalità telematica), anche per dare modo a più aziende di partecipare.

Il bando considera molte attività, alcune evidentemente non così note e destinatarie di aiuti: si va dal commercio al dettaglio di torte, dolciumi e confetteria, a quello di utensili per la casa, cristallerie e vasellame, dagli orologi e articoli di gioielleria agli articoli da regalo o per fumatori, dal commercio al dettaglio di bomboniere, a quello di chincaglieria e bigiotteria. E poi ancora: fabbricazione di tulle, pizzi e merletti, sartoria e confezione su misura di abbigliamento esterno, accessori per l’abbigliamento, fabbricazione di calzature, lavorazione e trasformazione del vetro piano, vetro a mano e a soffio artistico, prodotti in ceramica, arredi sacri ed articoli religiosi, catering per eventi, attività di fotoreporter e riprese fotografiche, laboratori fotografici, noleggio di auto e veicoli leggeri, noleggio di biancheria da tavola, da letto, da bagno e di articoli di vestiario, noleggio di beni per uso personale e domestico, infine organizzazione di convegni, fiere, feste e cerimonie, imballaggio e confezionamento di generi non alimentari.

In mezzo c’è una fetta consistente di artigianato e commercio tradizionale, una fetta di storia del territorio e di settori in crisi che, secondo Confcommercio, non possono e non devono lasciarsi sfuggire la possibilità di un ristoro, anche minimo: basti pensare ai mestieri d’arte come la lavorazione di vetro o merletti, ma anche interi comparti che hanno subito lo stop di feste e cerimonie: fotografi, catering, noleggio auto.

Ognuna di queste attività ha un codice ATECO e durante i mesi di restrizioni le aziende che abbiano subito un blocco o comunque un rallentamento della produzione di beni e servizi tale da ridurne il fatturato, hanno diritto a un contributo a fondo perduto. La dotazione finanziaria disponibile è consistente: oltre 20 milioni di euro e dunque la possibilità di accedere a un contributo sono reali.

“Forse non tutti sanno – spiega il direttore generale di Confcommercio Venezia e Terraferma Tiziana Molinari – che c’è tempo fino a giovedì per provare ad ottenere i ristori, in virtù della proroga del bando di Regione e Unioncamere. Le aziende che potenzialmente hanno accesso ai contributi nella nostra provincia sono circa 7mila, ma solo 700, ovvero il 10%, ha presentato domanda”.

“Crediamo – aggiunge il presidente Roberto Magliocco – che tutti debbano avere la possibilità di ricevere un contributo che compensi, seppur in minima parte, le perdite subite a seguito del Covid. L’invito è di non considerarla una formalità: il sostegno ai settori più colpiti passa anche dall’adesione a bandi come questo, che se non colte difficilmente saranno riproposte”.

Per eventuali chiarimenti, gli uffici di Confcommercio sono a disposizione ai numeri 041-5785511 o 041-5286945. È anche possibile scrivere a info@confcommercioveneziaterraferma.it

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