Pubblicato il 26 Settembre, 2022
L’annuncio di Putin di richiamare oltre 300.000 riservisti per continuare la guerra in Ucraina ha mandato la Russia in tilt: sono stati arrestati più di 700 manifestanti, mentre si contano lunghissime file di auto al confine tra Russia e Finlandia di cittadini russi in fuga.
Una situazione caotica che ha fatto la prima vittima, un comandante militare dell’esercito russo, raggiunto da un proiettile sparato da un uomo che si rifiutava di arruolarsi per combattere in Ucraina.
Fuoco contro il comandante militare, il dramma ripreso in diretta
Andrew Roth, giornalista del Guardian, ha pubblicato su Twitter un video in cui un uomo, dopo essersi rifiutato di andare a combattere in Ucraina, ha aperto il fuoco contro il comandante militare di un centro di leva nella città di Ust-Ilimsk nella regione di Irkutsk.
C’è stato un fuggi-fuggi generale e il comandante ferito, Alexander Yeliseyev, è stato trasferito in ospedale in terapia intensiva dove però è morto poco dopo a causa delle gravissime ferite riportate.
L’uomo che ha sparato è stato arrestato e, come ha dichiarato il governatore della regione di Irkutsk, Igor Kobzev, sarà punito obbligatoriamente.
Si moltiplicano gli atti di ribellione contro Putin: incendiato un ufficio di reclutamento
Gli atti di ribellione contro la decisione di Putin di richiamare i riservisti alla guerra, che i cittadini russi stanno pagando a caro prezzo sulla loro pelle, si stanno moltiplicando negli ultimi giorni.
Come dimostra un altro video a Volvograd, regione nel sud della Russia, un uomo ha dato fuoco ad un ufficio di reclutamento, un destino che è già toccato a molti altri uffici di leva.
There have been almost as many arson attacks on draft offices since Putin announced mobilization on Wednesday as in the previous 6-7 months of the war.
This is in Volgograd region in southern Russia, according to Mash. They’re blaming it on a neo-Nazi. https://t.co/kefob30XM9 pic.twitter.com/Mm6ndlmbtU
— max seddon (@maxseddon) September 26, 2022