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Covid, scoperta nuova “variante dell’orrore”: ben 32 mutazioni al suo interno

Pubblicato il 25 Novembre, 2021

La nuova variante sarà chiamata “Nu”, tredicesima lettera dell’alfabeto greco: tante sono le mutazioni del virus finora individuate e battezzate. Ma questa presenta più mutazioni nella proteina spike rispetto a tutte le sue antenate

Non si riesce ormai più a stare dietro agli annunci degli esperti di Covid. Ci eravamo appena tranquillizzati per l’attenuazione della variante Delta che ecco arrivarne un’altra, ben più pericolosa: emersa in Botswana, conterrebbe 32 mutazioni diverse, che la rendono più trasmissibile e più resistente ai vaccini. È già stata individuata anche in Sudafrica e a Hong Kong, e i giornali inglesi, che tendono sempre un po’ al sensazionalismo, l’hanno già battezzata “la variante dell’orrore”. 

La nuova mutazione sarà chiamata “Nu”, tredicesima lettera dell’alfabeto greco: tante sono le varianti del virus finora individuate e battezzate. Ma questa presenta più mutazioni nella proteina spike rispetto a tutte le sue antenate. Un bel guaio, perché i vaccini a RNA messaggero funzionano insegnando al sistema immunitario a riconoscere il coronavirus proprio attraverso la proteina spike, che viene usata per infettare le cellule dell’organismo.

covid variante nu
FONTE

La variazione, secondo il professor Francois Balloux, genetista dell’University College di Londra, è probabilmente emersa in un’infezione persistente in un paziente con un sistema immunitario indebolito, forse qualcuno con AIDS non diagnosticato. Il nuovo ceppo, che ha anche un codice scientifico, B.1.1.529, è una combinazione di mutazioni che all’Imperial College hanno definito «orribile»: secondo il virologo Tom Peacock, potrebbe rivelarsi «peggiore di qualunque altra cosa che abbiamo visto», persino della variante Delta che si è rapidamente diffusa in tutto il mondo.

Per ogni virologo che dice una cosa ce n’è un altro che ne dice un’altra, e quindi alcuni scienziati interrogati dal Daily Mail hanno fatto presente che il numero di mutazioni senza precedenti di “Nu” potrebbe renderlo molto instabile, impedendogli di diffondersi. Finora sono stati rilevati tre contagi in Botswana e sei in Sud Africa. Un altro caso è stato individuato anche in un uomo di Hong Kong, recentemente tornato dall’Africa.

Il portavoce di Downing Street ha detto che la nuova variante «non è giudicata come qualcosa che rappresenti un problema» nel Regno Unito, ma l’evolversi della situazione è seguito comunque con attenzione. Il grande numero di mutazioni potrebbe essersi verificato in un paziente dal sistema immunitario indebolito, nel quale il virus è rimasto molto a lungo senza essere individuato, avendo così tutto il tempo di sviluppare nuovi modi per aggirare le barriere difensive attraverso continue mutazioni.

Il professor Lawrence Young, virologo della Warwick Medical School, ha confermato che questo ceppo mutante sembra poter essere più efficace nell’eludere l’immunità innescata dal vaccino, ma che molto dipenderà da come il sistema immunitario giudicherà il cambiamento e risponderà.

Nella sua nuova forma, il virus ha inglobato molte varianti già riscontrate nei mesi scorsi: porta le mutazioni K417N e E484A simili a quelle della variante sudafricana “Beta”, ha l’N440K, che si trova su “Delta”, l’S477N della variante di New York, e le mutazioni P681H e N679K che raramente si sono viste insieme. C’è anche la N501Y, che rende i virus più trasmissibili e che era stata vista sulla variante del Kent. Un cocktail piuttosto preoccupante, ma forse anche la conferma che il Covid sta sparando le ultime cartucce per riuscire ancora a diffondersi nonostante i vaccini.

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