Covid – Una riunione urgente del Comitato tecnico scientifico, alla quale dovrebbe partecipare anche il ministro della Salute Roberto Speranza, è in agenda per oggi. Sul tavolo degli esperti, secondo quanto si apprende, ci sarebbe l’impennata dei contagi dell’ultima settimana e la capacità del sistema di testare i casi.
Il ministro e gli esperti, anche alla luce di quelli che saranno i dati del bollettino di oggi, faranno il punto della situazione con l’obiettivo di individuare azioni e procedure per tentare di frenare la crescita della curva del contagio. Misure più rigorose di quelle attuali che saranno adottate con il Dpcm entro il 15 ottobre e che prevederanno una serie di restrizioni.
“Prima di arrivare – viene sottolineato – a decisioni radicali” che inciderebbero pesantemente sulla vita sociale ed economica del paese e che allo stato nessuno nel governo vuole prendere. Sull’onda di queste misure prudenziali, il ragionamento che, numeri alla mano, gli esperti stanno facendo in queste ore, è semplice: la situazione rischia di sfuggire di mano e, considerato che si è solo ad ottobre e non si è ancora entrati nella stagione influenzale – che potrebbe avere il picco tra febbraio e marzo – potrebbero servire misure per 6 mesi.
Dunque serve muoversi ora, con interventi “mirati e localizzati” che prevedono la creazione di ‘zone rosse’ locali, lo stop agli eventi di massa, e misure progressive per locali, trasporti, lavoro, attività sportive in modo da evitare chiusure generalizzate. L’altro punto fondamentale che verrà affrontato nella riunione è la capacità del sistema di testing di reggere l’urto dell’aumento dei casi. Già da giorni, infatti, si registrano in molte città diverse difficoltà per l’effettuazione dei tamponi, con migliaia di cittadini in attesa per ore degli esami e giorni per avere l’esito. Andrà dunque valutato come potenziare il sistema ed evitare che vada in sovraccarico, a partire dalla possibilità di utilizzare a fini diagnostici anche i test rapidi.
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