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Dedicato al metal, è un piccolo caso editoriale l'ultimo libro di Francesco Gallina

Noi adepti della “chiesa” metal dediti alla complessità

Pubblicato il 14 Giugno, 2020

È un adepto della “chiesa” metal, saggista appassionato e specializzato. Negli accordi della sua tastiera danzano nomi suggestivi e connessioni impressionanti, esistenze ben più grandi di un palcoscenico. Non per caso, per lui il metal è anche pretesto per leggere la realtà. Ma, strano a dirsi, vive a Messina, che non è esattamente la prima città italiana che viene in mente pensando all’heavy metal (anzi, a dirla tutta, c’è proprio una “graduatoria” dei centri più “duri” in Italia e ai primi posti ci sono Pordenone, Varese e Treviso).

Francesco Gallina (53 anni, di professione curatore di testi marketing per grandi marchi internazionali, una moglie conosciuta sui banchi di scuola e un figlio di 32 anni) è – anche se è impossibile farglielo ammettere – un “nome” della scena metal nazionale. A 17 anni ha cominciato come speaker radiofonico e scrivendo prima per la fanzine di Torino Metal Fortress e poi per Inferno Rock, la prima rivista dedicata all’Heavy Metal in Italia regolarmente diffusa in edicola. Dal 2005 scrive per la webzine Metallized.it, per cui ha pubblicato qualcosa come 2000 tra recensioni, live report, articoli di approfondimento e interviste ad alcuni tra i personaggi più in vista del metal internazionale. Oltre a diversi racconti brevi (Perrone editore), è autore della prefazione della biografia Rory Gallagher, il bluesman bianco con la camicia a quadri, e di Italian Thrash Metal Militia. Una sua recensione è compresa nel volume Italian Rhapsody. L’avventura dei Queen in Italia. Soprattutto, nel 2019 è uscito il suo libro Donne Rocciose – 50 ritratti di femmine rock e nel 2020 quello intitolato Adepti della Chiesa del Metallo, entrambi per Arcana Edizioni, probabilmente la più importante casa editrice specializzata in libri di musica rock.

“Il metal non è rumore, è cultura”

Se nelle 430 pagine di Donne rocciose Gallina ripercorre l’evoluzione della figura femminile dagli Anni 60 a oggi, nelle 320 pagine degli Adepti analizza un mare magnum di fenomeni estetici, sociali e politici visti attraverso il metal, ma andando oltre la musica. Così che ci ritrovi Pasolini e Don Gallo, Iron Maiden e Fedez, Piersanti Mattarella e Fidel Castro, Pippo Baudo ed Elettra Lamborghini. E qui e là assume – neanche a dirlo – posizioni nette e scomode. A partire dalla definizione della sua musica preferita. “Il metal era per tutti noi come un veleno elettrico che invadeva ogni cellula, ma da cui poi ti mitridatizzavi subito”.

“L’heavy metal, al contrario di come la gran parte della gente pensa – spiega oggi – è un incredibile veicolo di cultura. Cultura musicale anzitutto, perché i suoi musicisti sono dotati di grande tecnica, qualità che lo rende intrinsecamente una forma espressiva destinata ad ascoltatori preparati musicalmente e abituati ad analizzare sistemi complessi. Ci sono i sottogeneri, ovviamente, che fanno della semplicità e/o della crudezza della registrazione il loro punto forte (ne esistono letteralmente a decine, ognuno con proprie peculiarità estetiche, compositive, strumentali, filosofiche e già questo costituisce una specificità di questo genere). Ma a parte questo, è cultura anche in senso più ampio. Lo racconto appunto nell’ultimo libro, intersecando argomenti e discipline diverse ma sempre in connessione con il metal. Che decisamente è molto più della classica definizione di ‘rumore’ così come i suoi ascoltatori non sono quei rozzi e ignoranti figuri, dediti solo a bere e a far casino, come tanti li immaginano”. 

Anzi, sostiene Gallina, nell’ambiente metal è forte lo spirito di fratellanza ed è basso il tasso di violenza, dato che la violenza “viene quasi completamente sublimata nell’espressione teatrale e rituale della musica e dall’iconografia che l’accompagna. Un ambiente certamente più sano di molte discoteche e frequentato, spessissimo, da intere famiglie. Il metal è la messa in scena permanente di uno psicodramma che salva letteralmente la vita di chi ne è appassionato davvero”.

Un piccolo, grande caso editoriale

Il fenomeno metal, d’altronde, gode di ottima salute, in Italia. Basti guardare alla Bibbia del genere, il sito Metal Archivies che conta nel nostro Paese più di 400 etichette attive.

D’altronde, il secondo libro di Francesco Gallina, Adepti della Chiesa del Metallo, è uscito alla vigilia del lockdown e in dieci giorni è arrivato al numero 22 delle vendite su Amazon, profilando un piccolo caso editoriale proprio per la sua particolarità, e per il fatto che è inserito nella categoria “Storia e Studi Sociali”, grazie al taglio speciale che gli ha dato l’autore. Poi è arrivato il Coronavirus e tutto si è fermato. Ma a dire della passione con cui è seguito questo scrittore c’è anche un altro fatto. Mentre usciva Adepti, l’interesse dei media di settore nei confronti del primo libro, Donne rocciose, “era ancora costante e anzi in aumento, tanto che col senno di poi – confessa il diretto interessato – posso dire che sarebbe stato più conveniente rimandare la pubblicazione del secondo”.

Ma quanto tirano questi libri? Rivolgendosi ad un pubblico specifico, la tiratura standard iniziale va dalle 500 alle 1000 copie, destinate ad aumentare in caso di ristampa. “Il mercato per questo tipo di pubblicazioni è effettivamente di nicchia, ma in realtà i numeri sono molto più elevati di quanto si possa pensare dall’esterno. Chi è veramente appassionato di musica rock, e di heavy metal in particolare, è, proprio come dico nel titolo del mio ultimo libro, un adepto di una chiesa molto particolare. E in quanto tale è molto più interessato della media sia all’acquisto del bene primario su cui questa chiesa alternativa si basa – quindi la musica, vuoi in forma fisica che ‘liquida’ – sia di quanto vi gravita attorno, libri compresi”.

Un mercato, insomma, in cui ci si può dare tanto da fare. E infatti Francesco Gallina ha appena ripreso la promozione del libro, ma sta anche preparando la prefazione di Italian thrash metal militia di prossima pubblicazione e ha appena iniziato a collaborare come addetto comunicazione con la hard rock band di Roma Road Syndacate in occasione dell’uscita del loro album Smoke, fissata per il 10 luglio.  Non bastasse, sta raccogliendo il materiale per il suo prossimo libro.

Dalla scena metal alla vita a Messina

Ora, quando si parla di metal magari si immagina un stuolo di parenti inorriditi. E invece no, i familiari di Gallina, originario dell’Ennese, sono entusiasti, anche perché “il libro per noi è ancora una specie di feticcio. Che un direttore artistico e una casa editoriale ti scelgano e investano sul tuo libro è un fatto che rende tutti orgogliosi. O almeno così mi è parso”.

E Messina? “Seguo i pochissimi gruppi locali come i Bunker 66 e, anzi, Peppe Simmons, uno dei componenti, è anche disegnatore ed è l’autore della copertina di Donne Rocciose. Tuttavia, ciò che mi interessa e le stesse mie pubblicazioni trovano terreno più fertile altrove”. Mentre Donne rocciose è stato portato alla Fiera del libro di Torino e di Roma, e Adepti ci sarebbe stato portato se non fosse intervenuto il Coronavirus, mentre entrambi i libri sono stati ritirati dalle più grandi librerie d’Italia e la diffusione è stata ottima (dalla Galleria Alberto Sordi a Roma alla Galleria di Milano, passando per librai di grandi, medi e piccoli centri), a Messina, giusto per fare un esempio, solo una libreria li ha ritirati nonostante la distribuzione ufficiale Feltrinelli.

Comunque “quella messinese è una scena artistica che esiste e propone personaggi e progetti potenzialmente importanti, nel teatro, nell’arte visiva, nella musica. Messina è una enorme, magnifica bomba di cultura e bellezza che è esplosa ormai troppi anni fa, è stata una perla culturale fino agli Anni 60 tanto che mio padre la scelse pur avendo molte altre destinazioni importanti tra cui scegliere. Oggi è un insieme di ‘isole’ interessanti e innovative che restano spesso isolate e non fanno ‘massa critica’. E chi comanda concede il Palacultura a cantanti neomelodici o offre le urla come sistema di valori. Messina è destinata a restare un paese fintanto che continuerà a fingere di di essere città senza prendere coscienza del proprio provincialismo. E tutto ciò a dispetto di tanti singoli che vi operano con passione e professionalità senza avere la possibilità materiale di fare circuito, rete”.

E allora che ci fa un appassionato di metal a Messina? “Cominci ad ascoltare metal perché senti una spinta irrefrenabile a cercare una musica che non sai nemmeno se esista e come sia fatta”, “perché d’istinto non sopporti le ragazze che guardano solo chi indossa abiti firmati e quelli che indossano abiti firmati solo per farsi accettare dalle ragazze”, “per reazione verso l’abulia del posto in cui cresci”. “Che tu sia della Padania o del profondo Sud, la voglia di esprimersi, di dare un senso alla propria diversità artistica è la stessa”.

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