Pubblicato il Aprile 26, 2024
Un imprenditore brianzolo aveva dichiarato al Fisco di aver speso qualcosa come 300.000 euro per costi per il settore di ricerca e sviluppo, riuscendo così ad eludere il pagamento delle tasse. Peccato che di quella cifra monstre dichiarata non ha mai pagato neanche un centesimo e così l’uomo è finito in manette con l’accusa di frode fiscale.
Il “giochino” dell’imprenditore
La Guardia di Finanza ha sequestrato beni del valore superiore a 330.000 euro ad un imprenditore brianzolo, titolare di una cooperativa operante nel settore dei trasporti a Paderno Dugnano, a Milano. Come accennato l’uomo avrebbe dichiarato di aver fatto spese ingenti nel settore di ricerca e sviluppo, spese che in realtà non avrebbe mai fatto.
Con questo marchingegno avrebbe però ottenuto la compensazione per crediti fiscali inesistenti, riuscendo quindi a non pagare neanche un centesimo di tasse. Tra i beni sequestrati anche una fiammante Lamborghini Aventador.
La frode
L’indagine era partita dopo una verifica fiscale condotta dai finanzieri della Compagnia di Paderno Dugnano, che hanno riscontrato delle anomalie. Secondo le dichiarazioni dell’imprenditore, la cooperativa aveva dichiarato spese superiori a 330.000 euro per ricerca e sviluppo, ma di quelle spese in realtà non c’era traccia.
Grazie a quella dichiarazione la società aveva ottenuto di non pagare tasse, contributi previdenziali e tributi locali e spesso i debiti nei confronti del Fisco erano del tutto azzerati. Una volta scoperto il “giochino” dell’imprenditore, la Guardia di Finanza lo ha arrestato disponendo per lui la custodia cautelare in carcere.
Su disposizione del gip del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura, la Guardia di Finanza ha sequestrato a scopo preventivo beni del valore di 332.334 euro. Solo la Lamborghini Aventador, la supercar sequestrata, ha un prezzo di listino superiore ai 300.000 euro e veniva regolarmente utilizzata dall’uomo.
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