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Laura Porta è morta ma è riuscita a dare alla luce il suo neonato.

Il dramma di Laura Porta, la donna morta per dare alla luce suo figlio. Ma ora rischia anche il neonato

Pubblicato il 19 Febbraio, 2024

Un vero e proprio dramma quello che si è consumato il 18 febbraio verso le 22:00 a Pistoia, dove un’infermiera di 37 anni incinta di 8 mesi si è sentita male in casa ed è stata trasportata d’urgenza all’ospedale San Jacopo. I dottori hanno fatto di tutto per salvare lei e la piccola vita che portava in grembo, ma per l’infermiera non c’è stato nulla da fare. Lei era Laura Porta e lavorava come infermiera a Prato, facendo anche volontariato nell’associazione Misericordia di Pistoia.

Il dramma

Non è ben chiaro che tipo di malore abbia colpito la donna, la cosa sicura è che quando è arrivata in ospedale le sue condizioni erano molto gravi. Sul posto sono sopraggiunti i soccorritori della Misericordia di Candeglia, insieme all’automedica.

I medici hanno dovuto affrontare una situazione delicatissima, poiché oltre a salvare la donna dovevano trovare anche un modo per far nascere il neonato in condizioni di sicurezza. La 37enne è stata quindi trasferita all’ospedale San Jacopo di Pistoia, dove è stato eseguito un taglio cesareo d’urgenza per far nascere il bambino.

Dopo l’operazione il neonato è stato trasferito all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e, come fa sapere La Nazione, le sue condizioni sono critiche. Al momento il piccolo è ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale in prognosi riservata.

Il dolore dell’Ordine degli infermieri

David Nucci, presidente dell’Ordine degli infermieri interprovinciale di Firenze e Pistoia, ha espresso il suo dolore ed il suo cordoglio in una nota: “Ci stringiamo con forza al compagno e ai familiari di Laura per questa enorme tragedia”. Come spiega la nota Laura, diventata infermiera nel 2021, aveva lavorato per lo Studio Auxilium Stp nel carcere della Dogaia con grande passione e professionalità.

“In questo momento drammatico – si legge nella nota – voglio aggiungere anche un ricordo personale. Laura era stata una mia studentessa: era una collega con una grande motivazione e con un entusiasmo contagioso. Anche dopo la laurea continuava ad aver voglia di studiare, approfondire, crescere professionalmente. La sua morte improvvisa, oltretutto in un momento di grande felicità come quello che stava vivendo per la maternità, ci lascia senza parole. Ci stringiamo ai suoi familiari, al compagno e al loro bimbo che sta lottando per sopravvivere”.

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