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Fino a prova contraria, la siderurgia a Piombino è finita

Pubblicato il 9 Febbraio, 2022

Fino a prova contraria, la siderurgia a Piombino è finita. Il Governo non ha un piano nazionale di rilancio c rper una moderna siderurgia né una politica industriale. Le multinazionali delocalizzano a piacimento e le forze presenti in Parlamento non hanno approvato la legge contro le delocalizzazioni, che i lavoratori di GKN hanno presentato. JSW, Governo, Istituzioni anche locali continuano a prendere in giro i lavoratori e l’intera città di Piombino non rispettando nessuna scadenza. La fabbrica ormai è fuori mercato, non ha quasi più clienti, sta chiudendo. Oltre ai macchinari al lumicino come il Tpp, si stanno sfruttando pesantemente i pochi addetti presenti nello stabilimento; essi sono sotto ricatto per non fermare la produzione, ed anche per recuperare parte del proprio stipendio, tagliato del 30% dagli accordi firmati con Rebrab, così accettano quinta e sesta giornata e spesso le 8 ore diventano 16: si mettono a rischio i pochi lavoratori attivi, mentre altri in cig da anni non lavorano.

La GSI ha sempre prodotto sfere d’acciaio a Piombino, ma il Camping CIG ritiene che con la costruzione dello stabilimento gemello in India se ne prepari la chiusura. Per primi abbiamo smascherato i vari Khaled e Rebrab, a cui altri stendevano tappeti rossi. Da anni chiediamo ai lavoratori tutti, ai nostri colleghi delle acciaierie, ai sindacati, alle forze politiche, alla cittadinanza e alle istituzioni di dare vita ad un percorso di mobilitazioni, a Piombino e a Roma, così forti da far diventare Piombino un caso nazionale e ottenere che lo Stato si riprenda le acciaierie per produrre acciaio pulito di qualità con i forni elettrici; investa in proprio e promuova investimenti privati per la diversificazione economica, le infrastrutture, i servizi sanitari pubblici; metta i soldi per fare partire le bonifiche. Intanto, la crisi delle acciaierie coinvolge anche il settore commerciale e si stanno perdendo anche importanti servizi come l’Ospedale. Dobbiamo capire quali illusioni ci hanno indotto ad accettare quasi nove anni di cassa integrazione. Chi è dentro si illude di essere stato scelto per mandare avanti lo stabilimento pur ridimensionato: no, al contrario lo stabilimento è destinato alla chiusura, JSW quasi certamente produrrà in India sia l’acciaio ,
sia sfere o rotaie a minore costo. I cassaintegrati si illudono di rientrare: no, al contrario in ogni caso ci saranno esuberi, in mancanza di lotte non ci saranno incentivi alle dimissioni né prepensionamenti. In città molti pensano che con la fabbrica chiusa si elimini l’inquinamento e passando dalla monocultura dell’acciaio a quella del turismo si possa creare ricchezza per tutti: no, al contrario ambientalmente non si va affatto verso il risanamento e solo la diversificazione potrà garantire lavoro per tutti.

Allora l’unica nostra speranza è che i lavoratori delle acciaierie, i nostri colleghi che ancora lavorano, i cassaintegrati, i disoccupati, i commercianti, i piccoli agricoltori, i pensionati, gli studenti, i giovani accettino l’invito e la lezione dei lavoratori GKN, che il Camping CIG invitò a Piombino: insorgiamo. Abbiamo moltissime ricchezze e un’area industriale di centinaia di ettari collegata ad un porto che però manca ancora delle idonee infrastrutture di collegamento (ferrovia e strada). Il piano industriale che vogliamo è quello che mantiene e porta nuovi posti di lavoro, per questo solo lo Stato può stenderlo e poi trovare imprenditori capaci di implementarlo. Lo Stato è l’unico soggetto che può indirizzare a Piombino attraverso il PNRR i capitali per le bonifiche del SIN e promuoverne la reindustrializzazione, nessun imprenditore lo farà da solo. Il PNRR non deve finire in mano agli speculatori. Guardiamo in faccia la realtà. Le RSU ricomincino a gestire la vertenza convocando immediatamente l’ assemblea unica dei lavoratori per organizzare concrete forme di lotta. Se non decolla una mobilitazione incisiva e continuativa, vuol dire che Sindacati, Istituzioni Locali, forze politiche subalterni all’azienda stanno preparando la più grande sconfitta che Piombino abbia conosciuto dal dopoguerra. Di fronte al pessimismo dell’analisi della situazione, vogliamo invece continuare a impegnarci per costruire mobilitazione insieme ai lavoratori; a sollecitare da sindacati, politica e istituzioni un atto di dignità: dire la verità, dire che cosa sta succedendo per non subirlo. E cominciare a lottare sul serio: intanto aderiamo alla manifestazione unificante indetta per il 26 marzo a Firenze dal Collettivo di fabbrica GKN, preparandola con una bella assemblea a Piombino nelle prossime settimane. Coordinamento Art.1-Camping CIG

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