Nell’intervista l’imprenditore 42enne ripercorre la sua storia partendo dal rapporto con la madre, che “Mi fece vivere il mondo degli hippie e la vita nella comune”, passando poi al periodo trascorso nella comunità di Frate Ettore a Seveso agli inizi degli anni 90: “Erano gli anni dell’Aids. Con Frate Ettore andavamo alla stazione di Milano a prendere gli infetti. Lì capii cos’era la fede e la Divina Provvidenza”.
“A scuola di Comunione e Liberazione lessi un libro di Don Giussani, su quanto è importante trovare il proprio Io – dice riferendosi al periodo dell’esordio nella musica – E io lo trovai dopo aver visto un concerto di Jovanotti, uno che non cantava e basta, ma usava la musica per comunicare il suo mondo”.
“Appena arrivato mandai via la vecchia guardia degli autori Rai – prosegue ricordando l’esperienza alla coduzione di X Factori – volevo un mio team di giovani. Andò bene, ma diedi fastidio a un po’ di gente. Appena sbagliai me la fecero pagare. Da golden boy della tv italiana diventai un appestato, vietato ogni studio televisivo”.
Da quel momento il via alla nuova carriera come talent manager di alcuni tra i più celebri personaggi del web italiano. “Mentre ero ancora a terra, mandai due messaggi, uno a Nesli e uno a Frank Matano – rivela Facchinetti – Sto iniziando da zero, non ho niente, ma mi dedicherò 18 ore al giorno a te. Nesli mi disse: Parla col mio produttore discografico. Frank disse: Grazie, io sarò sempre con te“. Da lì ricominciò la mia scalata fatta di fame e 18 ore di lavoro al giorno. Non penso di aver risolto il rapporto conflittuale col denaro”.
“Fin da piccolo – conclude – volevo una sorta di riscatto sociale, conquistare cose. Negli ultimi 10 anni ho lavorato molte ore al giorno per comprarmi un quadro di Andy Warhol. Ogni giorno mi chiedevo: Perché ti alzi?, Per comprare un quadro di Andy Warhol, mi rispondevo. Ogni tanto mia madre mi chiede: Perché giri con una Rolls Royce da 3-400mila euro? e io dico: Lavoro tutto il giorno, se non avessi una Rolls non uscirei di casa. Perché devo avere attorno a me cose che mi rendono la giornata piacevole. Sono cose materiali? Sì. È destabilizzante raccontarlo? Sì, ma mi rasserenano. Non significa che se metto il mio sedere su una Panda muoio. Ma significa che se devo andare oltre il limite devo essere appagato”..
Dopo la caduta di un palo dell'illuminazione pubblica avvenuta sabato scorso nelle vicinanze di Porta…
Dopo gli episodi delle settimane e dei mesi scorsi, ancora una vicenda che racconta la…
Enrico Mentana e Lilli Gruber sono due pesi massimi del giornalismo italiano, due pezzi da…
Un record per nulla invidiabile e del quale non andare certo fieri: una donna sulla…
Paola Ferrari la "bacchettatrice": dopo le critiche rivolte ai Ferragnez per l'uso dei figli finalizzato…
I casi di malasanità purtroppo non sono una novità e una diagnosi sbagliata può condannare…