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Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre: il dramma del disagio mentale. Stress da Covid rallentato dal vaccino

I numeri della salute mentale nel mondo sono drammatici: nel mondo quasi un miliardo di persone vive con un disturbo mentale e nei paesi poveri oltre il 75% delle persone non riceve alcuna assistenza. Ogni anno oltre un milione di persone muore per abuso di sostanze.

Pubblicato il 6 Ottobre, 2021

I numeri della salute mentale nel mondo sono drammatici: nel mondo quasi un miliardo di persone vive con un disturbo mentale e nei paesi poveri oltre il 75% delle persone non riceve alcuna assistenza. Ogni anno oltre un milione di persone muore per abuso di sostanze. Ogni 40 secondi una persona si toglie la vita e nel 2020 i suicidi sono aumentati, basti pensare che in Giappone da giugno a ottobre 2020 sono cresciuti del 16% rispetto allo stesso periodo del 2019. Circa la metà dei disturbi di salute mentale inizia a 14 anni. I dati sono stati resi noti dall’organizzazione mondiale della sanità insieme alla società italiana di psichiatria alla vigilia della giornata mondiale dedicata alla salute mentale che si celebra ogni anno il 10 ottobre.

Le vaccinazioni fanno diminuire ansia e depressione

La possibilità di uscire dall’incubo Covid attraverso i vaccini fa aumentare i segnali di speranza. Lo conferma uno studio di recente pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dall’Università della California Meridionale, che mostra che coloro che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino si dicono più ottimisti nei confronti del futuro, con conseguente diminuzione dell’ansia e della depressione percepita.  La popolazione, spiega lo studio, inizia a sentirsi più fiduciosa nei confronti del futuro e sicura di uscire dai catastrofici effetti del Coronavirus,

L’accesso ai servizi    

L’accesso ai servizi dedicati alla salute mentale è segnato dalle diseguaglianze, e l’85% delle persone con disturbi mentali nei Paesi a basso e medio reddito è impossibilitato a usufruire di una assistenza dedicata. Ma anche nei Paesi ricchi le cose non vanno meglio, Italia compresa, e la pandemia ha complicato per molti aspetti questa situazione. Le persone più fragili che avevano già disagio psichico, con il Covid hanno avuto maggiori difficoltà di accesso ai servizi sanitari, una probabilità del 33% superiore di subire interruzioni terapeutiche e maggiori problemi di lavoro con un rischio di perderlo superiore del 12%.

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