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ESCLUSIVA- Intervista a Emanuele Campasano, vincitore dello Zelig Open Mic di Napoli

Pubblicato il 9 Maggio, 2023

In esclusiva per Dayitalianews abbiamo avuto il piacere di intervistare Emanuele Campasano, vincitore dello Zelig Open Mic di Napoli che ha visto confrontarsi comici e cabarettisti dove la risata la fa da padrona.

Bentrovato Emanuele, partiamo dalla fine. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza dello Zelig Open Mic?

“Sicuramente per me è stata una bella soddisfazione vincere un evento così importante dove c’erano tanti altri comici bravi. Ho avuto il piacere di rincontrare sul palco Vincenzo Comunale, il presentatore delle semifinali, mentre la finale è stata presentata da Tony Figo. La cosa che mi ha dato maggiore soddisfazione è che ha votato la giuria popolare, quindi il pubblico. Inoltre ringrazio Giancarlo Bozzo (direttore artistico di Zelig) e Alessio Tagliento (autore di Zelig) per la possibilità che mi hanno dato. Dopo le semifinali sono approdato alla finale dove, con mia grande sorpresa, ho vinto”.

Questa vittoria ti apre nuove strade perché hai la possibilità di avere uno spettacolo tutto tuo al teatro Zelig di Milano, la “Scala” della comicità in Italia.

“Sì, avrò la possibilità di avere un spettacolo tutto mio allo Zelig con data da definirsi nella prossima stagione teatrale. In più l’8 luglio parteciperò al Super Open Mic di Zelig dove saremo in gara tanti comici. Per me sicuramente è un onore essere insieme ai big della comicità italiana”.

Presentatore, speaker, scrittore, poeta, attore e anche cantautore. Sei un “trasformista” artistico ma c’è un elemento comune con tutte le tue esperienze: il teatro.

È vero, adoro il contatto con il pubblico. Il teatro mi consente di ampliare i miei orizzonti e questa volta mi sono divertito a “giocare” a fare il comico”.

A tal proposito, come ti sei ritrovato a fare il comico?

“Come le altre mie esperienze è nato quasi per caso, ma tutto è sempre riconducibile al teatro. Ho iniziato a frequentare il laboratorio “Cafè Cabaret” sotto la direzione artistica di Mino Abbacuccio. Nell’ultimo anno ho portato in scena su molti palchi i miei personaggi e i miei monologhi di cabaret e ho anche girato vari festival dove mi sono fatto un po’ le ossa”.

La comicità sicuramente punta a far ridere ma, tra una risata e l’altra, aiuta anche a far riflettere e a sensibilizzare su aspetti delicati.

“Nella mia comicità c’è molto di me. Sono alto 1,90 cm, ho un fisico importante e le persone a prima vista potrebbero aver paura di me. Ho il “phisique du role” del cattivo ma in realtà mi definisco un “fesso”, un buono. Con i miei personaggi, dal sacrestano al buttafuori, gioco un po’ su questa cosa. All’apparenza sono grandi, grossi e cattivi ma in fondo sono tutti dei bonaccioni. Gioco con i miei disagi e con i problemi della vita reale proprio per esorcizzarli. Il mio obiettivo è veicolare un messaggio sociale, infatti ho trattato anche temi spinosi come il bullismo, che aiuta a riflettere. Forse è più facile sensibilizzare le persone su temi così delicati col sorriso sulle labbra”.

Ti salutiamo con un’ultima domanda. Il percorso artistico di Emanuele Campasano si è chiuso, oppure questa è solo una delle tante fasi evoluzionistiche della tua crescita artistica?

“Mi piace esplorare sempre nuovi confini e quindi penso che sia solo un ulteriore step. In ogni caso, qualunque sarà la mia prossima esperienza, ruoterà sempre intorno al teatro che io reputo il mio habitat naturale”.

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