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La “resistenza” di Miguel Bosè: negare il virus. Anche se la madre è morta di Covid

La “resistenza” di Miguel Bosè: negare l’esistenza del virus. Anche se la madre è morta di Covid

Pubblicato il 18 Agosto, 2020

Dalle colonne del “Diario de Sevilla” Carlos Colon li chiama i “cospiranoici”. Sono i 2500 che sono sfilati a Madrid per negare che esista un virus, per mettere fine alla “farsa”, per cacciare i “terroristi” che ce lo impongono e per salvare “gli anziani che sono stati e verranno assassinati”.

Sono i negazionisti della pandemia, quelli che dicono “no al nuovo ordine mondiale”. La sorpresa di ieri è che però c’è un “capo” spirituale che invita via video alla “resistenza”.

Voce bassa e roca, poco entusiasta per essere un leader, piuttosto invecchiato, Miguel Bosè (nella foto, mentre si rivolge ai suoi) ha incitato alla rivolta contro le nuove misure restrittive del Primo ministro Pedro Sanchez: “Ragazzi, se durante la manifestazione vedete movimenti strani, non lasciatevi coinvolgere. Siamo pacifici, andrà tutto bene”. E in un impeto narcisista, a nome di tutti: “Io sono la Resistenza!”.

Ciò che Miguel sembra dimenticare è che la madre, la grande Lucia Bosè, se n’è andata proprio durante la pandemia e per una complicazione polmonare, quindi vittima dello stesso Covid.

L’intera Spagna si è chiesta dunque se quella di Miguel sia un’arrischiata e mal riuscita manovra di marketing o se il cantante sia davvero convinto che ci sia una cospirazione dietro il coronavirus e quindi la sua sia “una lotta di James Bond contro i piani di Spectra” come ha scritto Colon.

Miguel ha forse dimenticato non solo ciò che è successo alla madre, ma anche i 342.813 casi di positività al virus e i 30-40 mila morti spagnoli (le cifre sono in aggiornamento con il nuovo “rebrote” della pandemia). Gliel’hanno ricordato tutti nei giornali, in tv: rimettiti la mascherina, Miguel.

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