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Leila, autistica. Dopo il Covid nell’istituto che l’ospitava non c’è più spazio per lei

Leila, autistica. Dopo il Covid nell’istituto che l’ospitava non c’è più spazio per lei

Pubblicato il 28 Settembre, 2020

Leila era tornata a casa dalla struttura che l’ospitava nell’epoca più drammatica del Covid. Le paure di contrarre il virus a marzo erano tante e giustificate. Oggi l’istituto, l’unico marchigiano, in grado di avere attenzioni continue per lei ha rifiutato il rientro della giovane ragazza autistica.

Una vicenda resa nota dalla zia della 19enne con un post sui social e che subito ha interessato l’opinione pubblica, solidale con i problemi di Leila e di sua madre.

“Si sono rifiutati di riaccoglierla – ha dichiarato la zia della giovane – Dicono che non dorme mai, è ingrassata molto e non c’è terapia atta a farle migliorare la sua condizione”. Quello di Recanati, in provincia di Macerata, è l’unico centro capace di trattare ragazze con gravi patologie come nel caso di Leila.

Dopo il rifiuto dell’istituto, sembra che non ci sia soluzione. Da qui il post della zia e la mobilitazione della gente e delle associazioni che supportano il cammino dei giovani autistici. “Mia sorella e suo marito non possono trasferirsi fuori regione e neanche pagare di tasca propria personale specializzato per tante ore al giorno” ha aggiunto la zia.

Oggi Leila vive ancora a Osimo, a casa sua, come ha sempre fatto da quando a 3 anni è diventata autistica, e spera in una soluzione che almeno sia di buon senso. L’appello alle istituzioni, affinchè risolvano questo problema, è di tutta una comunità.

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