Pubblicato il 14 Marzo, 2023
Lo ha reso noto Carlo Vecce, presentando il suo libro “Il sorriso di Caterina”, edito da Giunti, scritto basandosi su questo atto e anche su altra documentazione.
Da qualche anno, ha spiegato Vecce, girava l’ipotesi che Caterina potesse essere una schiava:
“Un po’ per caso, qualche anno fa, sono venuti fuori questi documenti, ho iniziato a studiarli per dimostrare che questa Caterina schiava non fosse la madre di Leonardo, ma alla fine tutte le evidenze andavano in direzione contraria, soprattutto questo documento di liberazione”.
“Il notaio che libera Caterina è la stessa persona che l’ha amata quando ancora era una schiava e dalla quale ha avuto questo bambino” ha spiegato ancora Vecce.
Sei mesi dopo la nascita di Leonardo messer Piero Da Vinci la libera dal vincolo di servitù:
Il documento data due novembre 1452 (Leonardo è nato il 15 aprile). Questa schiava circassa era stata portata a Firenze da tale Donato, che viveva a ridosso della chiesa di San Michel Visdomini e commerciava in battiloro e tessuti per la cui lavorazione, a Venezia, ci si serviva di schiavi circassi.
Lei era diventata sua domestica a circa 15 anni. Era poi stata presa “in prestito” come balia di Maria, figlia di ser Piero Da Vinci.
Donato, quando muore nel ‘66, lascia tutto al Monastero di San Bartolomeo di Monte Oliveto, per il quale Leonardo dipinge la “Annunciazione”, che, quindi, forse si lega alla memoria della madre Caterina, schiava di Donato: Leonardo porrebbe se stesso come il Salvatore.