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Licenziamenti, Gargiulo (Anpit Firenze): “Giusto lo sblocco, ma licenziare un lavoratore è un percorso complesso, serve pianificazione”

Pubblicato il 2 Luglio, 2021

“La fine del blocco ai licenziamenti è una scelta condivisibile” commenta Giorgio Gargiulo, presidente di Anpit Firenze “perché, purtroppo, le aziende ripartono anche licenziando e perché il blocco, artificiale, ha soltanto rimandato il problema, che esploderà oggi o a settembre. La differenza tra un licenziamento che porta risultati e uno che danneggia l’azienda, e che la condanna, è spesso labile. Ciò che, come associazione datoriale, ci preme far capire alle aziende – sottolinea – è che non è mai un percorso semplice e lineare il licenziamento. Lo sblocco non è un bomba libera tutti e il licenziamento non è la soluzione ai problemi di un’azienda se dietro non c’è una pianificazione corretta. Considerando che il nostro Paese è composto principalmente da microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato sotto i 500.000 euro), di cui, a dati Censis 370.000 hanno visto il proprio fatturato dimezzarsi nel 2020 e oltre 400.000 sono in crisi di liquidità, anche il licenziamento di uno o due dipendenti è, a tutti gli effetti, una ristrutturazione dell’azienda. Alla perdita di quei dipendenti segue una revisione, una riallocazione dei compiti, delle mansioni, dei tempi: bisognerà, in un modo o in un altro, infatti, mantenere o addirittura aumentare la propria produttività pur con meno personale. In più – rimarca Gargiulo – c’è il problema del Tfr, che molte delle nostre aziende utilizzano nel ciclo aziendale ma che, appunto, va dato al lavoratore in caso di licenziamento. Alle aziende che adesso potranno licenziare, quindi, consigliamo di farlo con cautela, con senno e con programmazione, altrimenti c’è il rischio di chiudere veramente”, conclude il presidente. 

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