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Mali

Mali: Italia in ansia per il rapimento di una coppia con il loro bambino

Pubblicato il 20 Maggio, 2022

“Giovedì sera uomini armati a bordo di un veicolo hanno rapito tre italiani e un togolese nella località di Sincina”

Tre italiani e un cittadino del Togo sono stati sequestrati in Mali. Lo riferiscono fonti locali citati dalla France Presse.  Il sequestro è avvenuto giovedì sera nel sud-est del Paese, secondo quanto riferito alla Afp da un responsabile locale e da una fonte della sicurezza maliana.

I tre membri della famiglia Koulibaly-Langone, secondo le prime informazioni, avrebbero doppia nazionalità e sarebbero da tempo residenti in Mali.

“Stiamo facendo tutto il possibile per ottenere la loro liberazione ed abbiamo attivato tutti i contatti diplomatici”, hanno detto all’Afp una fonte delle forze di sicurezza maliane e un funzionario locale.

La famiglia italiana di Testimoni di Geova, composta a quanto risulta dalle prime notizie da una coppia con un bambino, sarebbe in Africa per fare volontariato.

Mali
La zona del rapimento

“Non abbiamo traccia di nostri fedeli in missione in quei luoghi. Forse potrebbe trattarsi di volontari”, ha fatto sapere la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova. “Anche noi lo abbiamo appreso dalle fonti di informazione. Speriamo di avere notizie positive dai canali ufficiali”, aggiungono dalla Congregazione.

Il Mali dal 2012 è teatro di attacchi da parte di gruppi jihadisti legati ad Al-Qaeda e all’organizzazione dello Stato Islamico; oltre che di violenze di ogni tipo perpetrate da milizie autoproclamate di autodifesa e da banditi. Questa violenza, iniziata nel Nord, si è estesa al centro, poi al vicino Burkina Faso e al Niger. Gli attacchi hanno causato migliaia di morti tra civili e militari e centinaia di migliaia di sfollati, nonostante il dispiegamento delle forze Onu, francesi e africane. Il Mali nel 2021 ha registrato il numero più alto di attacchi terroristici e di morti dal 2011. Lo riferisce il Global terrorism index (Gti) 2022, pubblicato in questi giorni dall’Institute for Economics and Peace (Iep). Gli attacchi e le morti per terrorismo in Mali sono aumentati rispettivamente del 56% e del 46% rispetto all’anno precedente, si legge nel rapporto. Si tratta del più grande aumento da un anno all’altro dal 2017 ed è una conferma della tendenza al rialzo iniziata con la dichiarazione dello stato di emergenza nel 2015 sulla scia dell’attacco jihadista al Radisson Blu Hotel di Bamako.

Il francese Olivier Dubois, giornalista freelance di 47 anni che vive e lavora in Mali dal 2015, è stato rapito in questo Paese più di un anno fa. Egli stesso aveva annunciato il suo rapimento in un video trasmesso sui social network il 5 maggio 2021. Aveva spiegato di essere stato rapito l’8 aprile a Gao (Nord) dal Gruppo di supporto per l’Islam e dai musulmani (GSIM, o Jnim in arabo ), la principale alleanza jihadista del Sahel, legata appunto ad Al-Qaeda e guidata dal leader maliano tuareg Iyad Ag Ghaly. Il 13 marzo è circolato sui social un video che mostra un uomo che sembra essere il giornalista francese e che si rivolge ai suoi parenti e al governo francese.

Alla notizia del rapimento dei tre italiani, l’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, in conferenza stampa,  rispondendo a una domanda sulla situazione in Mali, ha aggiunto: “Bisogna ridurre gli effettivi, in modo coordinato, e rischierarli in altri Paesi della regione, e vedere poi come gli obiettivi della missione possano essere ridefiniti per continuare ad assistere la popolazione del Mali”. Inoltre: “Presenteremo un piano per ridimensionare la nostra missione in Mali. Abbiamo deciso di sospendere tutte le attività di addestramento delle truppe, e non vedo più una prospettiva perché queste attività possano riprendere nel prossimo futuro”.

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