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Messina, no alla deportazione dei randagi: lunedì sit in davanti al Municipio

Affaire randagi: contro i bandi del Comune, a Messina volontari e animalisti in piazza. Sit in di protesta davanti al Municipio lunedì 6 luglio alle ore 10. “Il randagismo non si risolve con la deportazione”

Pubblicato il 29 Aprile, 2024

No alla “deportazione” del cani di Messina. I randagi senza casa e i quattro-zampe accuditi dai volontari rischiano di essere trasferiti d’imperio al canile “migliore offerente” a seguito del bando, l’ennesimo, del Comune di Messina che offre più di un milione di euro a chi prenderà questi cani.

Dopo un tam tam incessante sui social e dopo che tanti cittadini hanno proposto una manifestazione di piazza, oggi – promosso dai volontari del Rifugio Don Blasco, che ospita una trentina di randagi – c’è l’appuntamento: sit in pacifico davanti al Municipio lunedì 6 luglio alle ore 10. Non bastasse, è pronta una “tempesta” di email da parte dei tantissimi animalisti di Messina, ma anche di fuori città, che potrebbero non riuscire ad essere fisicamente presenti alla manifestazione di lunedì.

Volontari in piazza a difesa dei randagi: il bando scade il 7 luglio

È l’ultima delle tante iniziative di protesta portate avanti dai volontari. I quali hanno cercato un confronto propositivo e hanno dato ampia disponibilità all’amministrazione comunale. Il punto è che i 450 randagi accuditi nei tre rifugi e canili di Messina – il Don Blasco, la struttura dell’Enpa e il Millemusi – non hanno voce propria ma hanno trovato quella, forte e chiara, dei volontari e degli addetti che da anni se ne occupano.

Dice il Don Blasco nella pagina-evento del sit in: i cani devono restare a Messina, il randagismo a Messina deve essere gestito confrontandosi con volontari assennati e associazioni serie e attive del territorio. Ed è una considerazione che vale per tutti i randagi che dovessero avere l’enorme sfortuna di vivere a Messina.

Se il Don Blasco “lotta” per i “propri” randagi, il bando per un “canile esterno” e quello per un nuovo servizio di accalappiacani mettono a repentaglio non solo questi 450 randagi di cui si conosce l’esistenza, ma anche tutti quelli che saranno accalappiati nei prossimi due anni.

Il bando (servizio esterno di canile, ndr) è stato ripubblicato, scadrà giorno 7 luglio cioè tra pochi giorni, in barba a tutte le promesse fatte dal sindaco che il 31 dicembre asseriva che ‘i cani restano a Messina’, in barba alle dichiarazioni al tg dell’assessore Minutoli che dichiarava che si sarebbe trovata una soluzione che avrebbe messo d’accordo tutti, in barba a noi che da anni ci occupiamo gratis di cani che non sono nemmeno i nostri, si legge in uno dei tanti post accorati del rifugio. In pieno periodo Covid abbiamo faticato, abbiamo passato giornate infernali per l’ansia dei bandi, abbiamo preparato i nostri cani per le partenze ed è stato difficilissimo a livello psicologico e fisico; abbiamo dato anima e corpo, lo facciamo da anni ormai. I 29 cani rimasti all’interno del rifugio Don Blasco conoscono solo noi, molti faticano ad abituarsi alle adozioni, come faranno ad abituarsi a dei box, a facce di operai che non hanno la nostra dedizione, il nostro amore?

Pimpa, Grissino, Ghemon, Francuccia, Zecca e gli altri randagi a rischio

Ed ecco alcuni esempi che danno l’idea di ciò che potrebbe accadere e che si vuole evitare: Cani assegnati in ordine crescente in base al numero di microchip… E se Pimpa, la nostra assassina di femmine, verrà assegnata in ordine numero insieme a Lara e Nutella, chi spiegherà loro che Pimpa cercherà di ucciderle? E chi spiegherà a Francuccia e Zecca, che sono terrorizzate dal mondo, che adesso si ritroveranno dietro un box lontano da chi conoscono? Saremo obbligati a dimettere Ghemon e affidarlo alle cure del canile aggiudicatario per 3.50 euro al giorno o meno mentre a noi al momento costa 60 euro al giorno? Potrà mai avere le stesse cure? Dovremo spiegare che Grissino é anziano e devono usare certe accortezze per farlo mangiare perché è lento e che ogni tanto deve fare dei cicli di gocce per gli occhi?

Aggiunge sempre il Don Blasco: non si risolve il problema randagi ‘deportandoli’ letteralmente senza tenere conto dei loro problemi di salute, di carattere e della loro età avanzata. Il problema non si risolve perché, “tolti di mezzo” i randagi di oggi, altri prenderanno – realisticamente – il loro posto. Le persone continuano ad abbandonare, continuano a non sterilizzare … ed ecco i randagi, disperati, affamati, impauriti, per le strade.

“Tra qualche mese per le strade ci saranno altrettanti randagi”

Anni, anni dedicati a loro come fossero nostri figli. Questo è il modo in cui l’amministrazione gestisce il randagismo a Messina, levandosi di torno i randagi! Ma dove sono i controlli a tappeto? I privati che girano con cani senza microchip la fanno sempre franca. La prima causa del randagismo a Messina sono i canari, i proprietari di cani che li fanno figliare impunemente, i collezionisti di pitbull che poi non sanno gestire… Tra poco meno di qualche mese il comune di Messina si ritroverà con altri 450 randagi da collocare per colpa della totale incapacità nel gestire il problema del randagismo alla base, conclude il Don Blasco

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